Lo scambio d’amore tra Dio e il fedele è alla base del percorso di ogni cristiano. Questo percorso risulta ancora più autentico se seguiamo quanto ci ha insegnato San Francesco di Sales, parlandoci di cosa rappresenta l’amore rivolto a Dio.

San Francesco di Sales ricopre un ruolo di gran lunga centrale nella storia della cristianità. I suoi scritti, i suoi pensieri, ma soprattutto ciò che ha lasciato come insegnamento ai fedeli è un patrimonio non solo storico-religioso, ma dalla grande valenza simbolica. In questa sede, il Santo ci parla dell’amore diretto a Dio, un amore che deve nascere dal cuore ma, al tempo stesso, ha bisogno di essere alimentato. In questo senso, il Santo ci offre la chiave per capire in fondo cosa questo amore rappresenta e ci offre gli spunti di riflessione giusti per alimentarlo al meglio. Seguire i suoi insegnamenti significa camminare con serenità verso l’obiettivo celeste. Fulcro di questa ricerca, ci insegna San Francesco, è il culto della preghiera.
San Francesco di Sales: la preghiera come fulcro
L’amore per Dio è simile al comportamento di una pianta. Non basta seminarlo e lasciarlo andare. Questo ha bisogno di cure. L’amore per Dio va alimentato e, il Santo ci offre il giusto spunto di riflessione per farlo. Partiamo da uno dei suoi tanti scritti per renderci conto di cosa San Francesco vuole dirci: “L’amore a Dio è un dono di Dio, ma possiamo cooperare con la sua grazia per farlo crescere in noi“. Come sostiene il Santo, l’amore verso Dio è un dono di Dio stesso. Ma come possiamo fare per alimentarlo al meglio? La risposta sta sempre nelle sue parole: cooperare. Alla base di questo termine c’è lo scambio, uno scambio che Dio è disposto a fare, ma deve partire anche dalla nostra volontà. Il fulcro di questo scambio? La preghiera.
Un amore infinito
Una delle caratteristiche che rendono questo amore straordinario è la sua longevità. Questo amore, quando autentico, è infinito. Ma, nonostante ciò, questo amore è un qualcosa che non possiamo mai, sostiene il Santo, produrre da soli. Attraverso la grazia di Dio questo ci è donato. Se questo derivasse unicamente da noi, non sarebbe perfetto, invece acquisisce questi connotati perché proviene da qualcosa di estremamente perfetto: la dimensione divina, la volontà di Dio.
Leggi anche: Tra egoismo e carità: la lezione di Benedetto XVI