Oggi 4 aprile: San Francesco Marto veggente di Fatima, ecco cosa vide

San Francesco Marto fu il terzo protagonista delle apparizioni della Vergine Maria a Fatima, nel 1917, insieme alla sorellina Giacinta e alla cugina Lucia.

San Francesco Marto
San Francesco Marto -photo web source

Nacque ad Aljustrel, frazione di Fatima, l’11 giugno 1908, penultimo di undici figli. Fin da piccolo fu un bimbo vivace ma dal carattere pacifico. Era però di certo anche un bimbo di poche parole, anche nelle sue preghiere. Spesso, si nascondeva perfino dalla sorella e da Lucia.

La preghiera fu la pietra miliare del suo apostolato

Una delle cose che gli piacevano di più, a Fatima, dove andava a scuola, era restare in chiesa “vicino a Gesù”. “Per me non vale la pena di imparare a leggere, fra poco vado in Cielo. Quando torni da scuola vieni a chiamarmi”, disse.

La preghiera fu infatti una vera e propria pietra miliare dell’apostolato del piccolo Francesco. La sua missione era infatti quella di pregare incessantemente secondo le intenzioni della Madonna. Tutto questo veniva alimentato nella sua speciale devozione all’Eucaristia. Trascorreva molto tempo in chiesa ad adorare il Santissimo Sacramento. Il nome con cui lo chiamava era “Gesù nascosto”.

Le sue preghiere per il mondo sconvolto dall’odio

Il piccolo Francesco recitava ogni giorno i quindici misteri del Santo Rosario, e molte volte capitava che ne aggiungesse altri per soddisfare i desideri della Vergine. Le sue preghiere erano rivolte a Dio per cercare di consolarlo, come anche per onorare la Madre del Signore, per suffragare le anime del Purgatorio, per sostenere il Pontefice nella sua missione di pastore universale.

Le sue preghiere erano spesso rivolte alle necessità del mondo sconvolto dall’odio e dal peccato. Fu, in sostanza, un vero e proprio ambasciatore della preghiera e della penitenza, incarnando in maniera decisa questo messaggio nella sua stessa vita. Il suo annuncio avvenne quindi non con le parole ma con le azioni.

La sua cooperazione con Cristo nella salvezza delle anime

La sua cooperazione con Cristo nella salvezza delle anime era costante, e il suo messaggio era radicato nella missione di portare la pace nel mondo e la crescita della Chiesa. Tuttavia verso la fine del 1918 arrivò la tragica epidemia di broncopolmonite, meglio nota come la terribile “spagnola”, e Francesco e Giacinta furono irrimediabilmente colpiti insieme a tanti altri morti in tutta Europa.

La malattia rese così debole il piccolo Francesco che non aveva più la forza di recitare il Rosario. Sapeva bene che sarebbe morto presto. Fu la Madonna stessa a rivelarglielo, nell’apparizione del 13 giugno 1917, in cui gli disse: “Vorrei chiedervi di portarci in cielo”. “Sì, Giacinta e Francesco li porterò presto”, fu la risposta di Maria alla domanda che le era stata posta da Lucia, visto che Giacinta non le parlava, pur sentendo la sua voce, mentre Francesco non l’udiva.

Nonostante la sua grave malattia il piccolo era sempre allegro

Il piccolo Francesco, però, durante la malattia si mostrò sempre allegro e contento. Se gli veniva chiesto se soffriva, lui rispondeva: “Abbastanza, ma non fa niente, soffro per consolare il Signore, e poi tra poco vado in cielo!”. Quando nel febbraio 1919 le sue condizioni peggiorarono visibilmente, un giorno nella sua stanza entrò Lucia e disse: “La Madonna è venuta a trovarci e dice che presto tornerà a prendere Francesco per condurlo in Cielo”.

Lo stato di salute di Francesco si aggravò e venne chiamato il parroco per confessarlo. Il piccolo temeva di temeva di morire senza poter ricevere la prima Comunione. Il parroco lo accontentò amministrandogli per la prima volta l’Eucaristia la sera del 2 aprile. “Oggi sono più felice di te, perché ho Gesù nel mio cuore”, confidò alla sorellina Giacinta. Poi disse alla madre: “Guarda, mamma, che bella luce là, vicino alla porta!… Adesso non la vedo più…”.

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Il suo volto si illuminò di un sorriso angelico prima di nascere in cielo, all’età di 11 anni. La sua fama di santità, già goduta in vita, crebbe notevolmente dopo la morte, e furono molti i fedeli e i devoti che sostennero di essere stati esauditi al termine delle loro preghiere e invocazioni.

Giovanni Bernardi

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