San Gabriele dell’Addolorata è un esempio di santità e devozione giovanile. È patrono della Gioventù Cattolica italiana e dell’Abruzzo.
San Gabriele, nato Francesco Possenti (Assisi 1838- Isola del Gran Sasso d’Italia 1862), dedicò la sua vita alla vocazione religiosa e alla devozione mariana. Con la sua famiglia Francesco seguì spesso gli spostamenti del padre, che ricopriva la carica di governatore pontificio. Ciò che segnò la vita del ragazzo sin dalla sua giovane età è il distacco familiare. Il giovane Francesco perse la mamma a soli quattro anni. Seguirono, quindi, altri lutti familiari (la morte dei fratelli maggiori e delle sorelle Adele e Maria Luisa lo colpirono particolarmente durante la sua adolescenza).
San Gabriele dell’Addolorata e i primi studi
Il Santo studiò dal 1850 al 1856 presso i Gesuiti a Spoleto, primeggiando nei voti e dimostrando già prima della vocazione una sensibilità particolare per la devozione mariana, che crebbe negli anni. Nel 1853, tra i suoi appunti, furono ritrovate due poesie dedicate proprio alla Vergine, dal titolo Alla Vergine annunziata dall’angelo e Alla Vergine stante presso la croce. Francesco chiese di essere ammesso alla compagnia del Gesù dopo esser guarito, per intercessione celeste, da una malattia alle vie respiratorie.
La vocazione spirituale
La svolta nella sua vita avvenne però il 22 agosto del 1856, il giorno della processione a Spoleto per la Ss. Icone di Maria. Quel giorno, il giovane Francesco sentì qualcosa che lo spinse a lasciare le cose del mondo e a dedicare la sua vita a Cristo. Una voce interiore che lo spingeva a seguire la vocazione: era la voce della Madonna che gli diceva di abbandonare tutto, di seguire Gesù.
La voce di Maria
Possiamo definire quell’incontro con la Vergine come la “conversione alla Santità” per il giovane Gabriele. Quel giorno, il Santo, come tutti gli altri fedeli, era inginocchiato tra la folla, Maria lo vide e lo scelse. Quella voce così dolce, come la voce di una mamma, lo chiamava per nome e gli disse: “Francesco che stai a fare nel mondo? Tu non sei fatto per il mondo. Segui la tua vocazione”. Questa fu la svolta radicale nella vita di San Gabriele.
La devozione Mariana
Francesco, sotto suggerimento del confessore chiese di essere ammesso al noviziato passionista di Morrovalle (Macerata), facente parte della Congregazione della Santa Passione, scegliendo il nome religioso di Gabriele dell’Addolorata, nome che testimonia l’importanza di Maria e della devozione mariana nella sua scelta, attraverso un altro simbolo molto importante: l’Arcangelo Gabriele annunciatore. Nel 1859 si trasferì con i compagni a Isola del Gran Sasso per approfondire le pratiche di devozione. Le sue precarie condizioni di salute non gli permisero di ricevere l’ordinazione sacerdotale.
Culto
San Gabriele dell’Addolorata morì il 27 febbraio 1862, a 24 anni. Il processo di canonizzazione di Gabriele fu abbastanza rapido. Mosso per lo più dai padri generali della congregazione passionista, oltre che dalla chiesa cattolica, per offrire un modello di santità giovanile coraggiosa e devota. Nel 1891 il superiore generale Francesco Saverio dell’Addolorata chiedeva quindi l’introduzione della causa di beatificazione. Il processo fu velocizzato soprattutto dalla devozione dei fedeli nei confronti del giovane Santo e dalle prime guarigioni miracolose, a partire dal 1892.
Il santuario di San Gabriele dell’Addolorata
Il Santuario a lui dedicato, situato ai piedi del Gran Sasso, in provincia di Teramo, è infatti un grande centro di pellegrinaggio e devozione. Pio X dichiarò Gabriele dell’Addolorata Beato nel 1908. La definitiva canonizzazione arrivò il 13 maggio 1920 con papa Benedetto XV. Pochi anni dopo, nel 1926, papa Pio XI dichiarò San Gabriele dell’Addolorata patrono della Gioventù Cattolica italiana.
Preghiera a San Gabriele dell’Addolorata
O angelico giovane Gabriele, che con l’ardente vostro amore a Gesù Crocifisso, e con la tenera compassione alla Vergine Madre Addolorata, vi rendeste in terra specchio d’innocenza ed esemplare di ogni virtù; a voi ci rivolgiamo pieni di fiducia implorando il vostro soccorso.
Deh! mirate quanti mali ci affliggono, quanti pericoli ci circondano, e come da ogni parte si tendono insidie alla gioventù in singolar modo, per farle perdere la fede ed i costumi. Voi, che viveste sempre vita di fede, ed anche fra gl’incettivi del secolo vi manteneste puro ed illibato; volgete sopra di noi uno sguardo pietoso, ed aiutateci.
Le grazie da voi concesse continuamente ai fedeli, che v’invocano, sono tante, che noi non possiamo nè vogliamo dubitare dell’efficacia del vostro patrocinio. Otteneteci finalmente da Gesù Crocifisso e da Maria Addolorata, rassegnazione e pace; affinché vivendo costantemente da buoni cristiani in tutte le vicende della vita presente, possiamo un giorno essere con voi felici nella patria celeste. Così sia.
Fabio Amicosante
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