Il primo miracolo riconosciuto a San Gaspare del Bufalo post mortem è stata la miracolosa guarigione di un pastore di Lenola.
L’uomo, affetto da una violenta pleurite, si affidò al Santo che aveva conosciuto qualche anno prima e la notte successiva guarì inspiegabilmente.
Nato a Roma nel 1786 da una nobile famiglia romana (successivamente decaduta), Gaspare del Bufalo ricevette la vocazione sacerdotale sin da quando era bambino. Conosciuta la storia di San Francesco Saverio, egli decise di proseguirne l’opera. Già nei primi anni dell’800, Gaspare era un sacerdote votato all’evangelizzazione, missione che intensificò nel 1808, quando Roma era sotto il controllo dell’esercito napoleonico. Proprio in quell’anno venne incarcerato e allontanato dalla Città Santa per aver rifiutato di giurare fedeltà al nuovo regime.
Finito il dominio napoleonico San Gaspare fece ritorno a Roma dove fondò l’ordine ‘Missionari del Preziosissimo Sangue’. Morì nel 1837 avendo la fama di essere ‘Il predicatore dei briganti’. Durante la sua vita, infatti, andò a condividere la parola del Signore con i malavitosi che abitavano le colline del Lazio e della Campania, riuscendo a fare convertire molti di loro. Venne beatificato nel 1904 e santificato nel 1954. Lo si celebra ogni 21 ottobre.
Il miracolo che permise la beatificazione si verificò, secondo testimonianze, solo un anno dopo la sua scomparsa. A beneficiare dell’intercessione del Santo romano fu un pastore che lavorava nel paese di Lenola, visitato più volte da San Gaspare e luogo noto per il miracolo degli Oliveti. Il pastore, Ottavio Lo Stocco, crebbe tra mille difficoltà in una famiglia di umili origini che coltivava i campi. Durante l’infanzia venne colpito da diverse problematiche fisiche che gli impedirono di godersi i primi anni di vita.
Divenuto adulto, Ottavio decise di intraprendere il lavoro del pastore e nel tempo libero si dedicava a bere e fumare. A 22 anni venne colpito da una polmonite, dalla quale tuttavia riuscì a guarire. Superata la malattia conobbe una donna e la prese in moglie, ma il suo stile di vita dedito a fumo e alcol non era cambiato. Qualche anno più tardi si ammalò pascolando il gregge. Il medico riuscì ad aiutarlo anche questa volta, ma pochi giorni dopo la pleurite (infiammazione dei polmoni) tornò più forte e corredata dalla febbre.
Questa volta il medico gli disse che non c’era nulla da fare e la sua famiglia si strinse al suo capezzale. Proprio i familiari gli consigliarono di richiedere l’intercessione di San Gaspare, conosciuto da Ottavio qualche anno prima. Il pastore si mise a pregare insieme alla sua famiglia e ingoiò due fili di stoffa di un panno utilizzato dal Santo. Il giorno dopo si svegliò in perfetta salute.
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Luca Scapatello
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