Quarantanovesimo Vescovo di Roma e successore di Papa Felice III, San Gelasio I fu Papa a partire dal 492. Difese della fede e lottò contro ogni forma di rito immorale ancorato ai culti pagani.
San Gelasio era di origine africana, ma si sentiva a tutti gli effetti romano, come ci fa intendere una lettera inviata all’Imperatore Anastasio I, nella quale il Santo Pontefice si definiva Romanus natus. È il Liber Pontificalis, importante fonte relativa ai Pontefici del Medioevo, a indicarci che il Santo era di origine africana. San Gelasio I era nativo della Cabilia, regione dell’Algeria, e fu eletto al soglio pontificio il 1° marzo 492, succedendo a Papa Felice III.
Il suo non fu un pontificato longevo. Gelasio sedette sulla cattedra di Pietro dal 492 alla sua morte, avvenuta nel 496. Pur essendo un pontificato breve, furono molte le dispute e gli inconvenienti che il Santo dovette affrontare. Sappiamo infatti che in quegli anni a Roma degenerava sempre di più la festività pagana dei lupercali. Questa festa si celebrava ogni anno in onore dell’allattamento di Romolo e Remo. Già i predecessori di Gelasio cercarono in qualche modo di contrastare questa superstizione di origine pagana, tuttavia senza troppo successo.
Proprio in questo campo, il Santo ebbe la capacità e la forza di condannare definitivamente quel tipo di attività. Lo fece con successo, dal momento che grazie alla sua dottrina, scrisse un trattato inattaccabile contro quella credenza. San Gelasio I condannò definitivamente quelle pratiche immorali, abolendole per sempre. I Lupercalia di febbraio vennero poi sostituiti da una festa che celebrava la purificazione e la fertilità della Vergine Maria.
Gli anni di pontificato del Santo Gelasio furono poi caratterizzati da altre dispute, che il Pontefice scardinò con efficacia e con un operato degno di nota. Gelasio contrastò con ogni mezzo i seguaci del Patriarca Acacio. Si dimostrò fermo nella sua decisione di non voler stipulare alcuna pace che potesse compromettere i privilegi della sede Pontificia, nonostante le pressioni provenienti dall’Imperatore e dal Patriarca di Costantinopoli Eufemio.
Papa Gelasio, oltre ad esser stato uno strenuo difensore della fede, fu un grande maestro di dottrina. Questa sua particolare caratteristica si evidenziò soprattutto nella lettera che inviò all’Imperatore Anastasio I. Il Santo, appoggiandosi soprattutto su Ambrogio e Agostino, formulò un fondamento politico per la Chiesa cattolica d’Occidente. Nella lettera inviata all’Imperatore, pose in maniera inequivocabile la distinzione dei due poteri: l’autorità del Papa e quella dei Re. Gelasio definì dunque i poteri separati di Chiesa e Stato, una distinzione che da quel momento caratterizzò la cultura occidentale.
San Gelasio I morì il 21 novembre 496 a Roma. È importante ricordare che, oltre alle sue grandi doti dottrinali e politiche, il suo pontificato fu caratterizzato dalla benevolenza dimostrata verso i più bisognosi. Emblematico in questo senso è l’elogio, dopo la sua morte, di Dionigi il Piccolo, monaco cristiano scita: “Morì povero dopo aver arricchito i poveri”. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 21 novembre, suo dies natalis.
Fabio Amicosante
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