Dopo una giornata di attesa, il 16 dicembre, il Sangue di San Gennaro non si è sciolto. Ma il fatto che sconcerta non è certo questo, ma la scaramanzia che corre più della fede a Napoli, e non solo.
C’è chi lo interpreta come un evento nefasto, come se qualcosa stesse per abbattersi sulla città. Ma né Dio né San Gennaro puniscono l’uomo. Cerchiamo di capire cosa è successo.
Il miracolo che non è avvenuto
Napoli, ieri, attendeva con “ansia” il miracolo cosiddetto laico, la terza liquefazione dell’anno del sangue del suo Santo Protettore. Ma il miracolo non c’è stato. San Gennaro non ha ascoltato le preghiere dei suoi fedeli? Andiamo con calma ed ordine.
La convinzione popolare affianca la non liquefazione del sangue con possibili eventi tragici e nefasti che, nel corso del prossimo anno, potrebbero abbattersi sulla città di Napoli. Questo perché, incredibili coincidenze hanno visto la mancata liquefazione, ad esempio, nel 1980 (anno del terremoto dell’Irpinia) o nel 1973 (anno del colera a Napoli).
Scaramanzia e fede. Cosa pensano i napoletani della non liquefazione del sangue di San Gennaro
Ma ciò che dobbiamo domandarci è: San Gennaro è un punitore per Napoli? Napoli non è più degna della sua protezione? Tante sono state le ipotesi, le domande…che, per tutta la giornata di ieri, i fedeli si sono posti: “Dopo il Covid, che cosa deve ancora succedere? Ci manca solo il Vesuvio!” – è stata la frase più comune che sentita ieri.
Non cadiamo nel profano e nello scaramantico più assoluto. Ragioniamo: potrebbe mai un Santo, che da secoli è invocato in città, che l’ha sempre protetta, soprattutto dal Vesuvio e dalle varie pesti, ora, punirla? E se proprio vogliamo basarci su questo “pericolo”, lo scorso anno, San Gennaro il miracolo l’ha fatto le 3 canoniche volte, eppure eccoci qui, in questo 2020, a combattere con il Coronavirus.
Sepe: “La non liquefazione non significa chissà cosa. Continuiamo, piuttosto, a pregare”
Ecco perché è necessario fare un po’ d’ordine. Partiamo dalle parole di ieri sera del Cardinale Crescenzio Sepe: “È lui, il nostro Santo Gennaro, che ci aiuta a vivere e testimoniare la fede, anche se il sangue non si scioglie. La non liquefazione non significa chissà che cosa […] Continuate a pregare insieme, siamo la sua famiglia e lui benedirà ciascuno di noi e le nostre famiglie”.
Ecco. Sepe ha centrato subito il punto. Dopo 16 anni di guida alla diocesi della città di Napoli, la cosa più importante che ha detto nel suo ultimo “discorso” per il miracolo di San Gennaro è stato proprio questo: continuare a pregare. Dio non punisce l’uomo mandandogli le disgrazie. Dio è un Dio d’amore, e i Santi sono i suoi intercessori verso di noi.
Forse, San Gennaro si è reso conto che ci siamo troppo adagiati e lasciati andare, abbiamo perso quella bussola che guarda sempre a Dio, alla luce, abbiamo perso l’amore verso la preghiera.
San Gennaro non punisce: lo stress psicologico dei napoletani
Quello che sconcerta è come, giornali che, sulla non liquefazione del sangue di San Gennaro, ne hanno fatto quasi “un caso di vero pericolo”, portando così la popolazione, già stressata anche psicologicamente, da pandemia e DPCM vari, a guardare questa volta, un San Gennaro che volta a tutti la faccia.
Nemmeno i Papi hanno sempre visto la liquefazione del sangue
Ma non è assolutamente così! Non sempre il sangue si è sciolto, e non solo in scaramantica concomitanza con eventi tragici. Ricordiamo, infatti che, anche quando Papa Benedetto XVI venne in visita a Napoli il 21 ottobre 2007, il sangue non si sciolse. Idem cosa anche con Papa Giovanni Paolo II, nel 1990. Papa Francesco, nella sua visita pastorale nel 2015, ha visto il prodigio del sangue sciolto.
E questo cosa vuol dire? Che il Santo abbia preferenze anche con i Papi? Assolutamente no!
Quindi: in un momento così difficile, più che domandarci perché il Santo Protettore non abbia sciolto il sangue, domandiamoci piuttosto se le nostre preghiere erano davvero sincere e tali da essere accolte da Dio Padre attraverso l’intercessione di San Gennaro.
ROSALIA GIGLIANO