Un’antica storia popolare dalla Campania, ci racconta di come un Santo abbia ricevuto, sin da quando era bambino, un dono da Gesù.
Ad ogni Santo, ad ogni sua festa, può esser abbinata una ricetta culinaria o una tradizione popolare. Oggi analizziamo quella del “pane di San Gerardo”.
Oggi, 16 ottobre, la Chiesa festeggia San Gerardo Maiella. Un Santo in comune tra la Basilicata e la Campania, un Santo che protegge ogni giorno, migliaia di mamme, di bambini e di partorienti. Tanti sono gli episodi di vita raccontati e tramandati intorno a questo Santo. Episodi più o meno conosciuti, episodi che ci fanno capire da dove parte la santità di questi e la devozione che essi stessi hanno per Gesù Cristo e per la Vergine Maria.
Gerardo, giovane dalla salute malferma, lavoratore instancabile ma sempre pienamente devoto e legato a Cristo. Parte della sua vita passata ad aspettare che potesse essere accolto all’interno di qualche convento, sino alla sua ammissione nella Congregazione Redentorista fondata da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1732.
La sua vita, le sue virtù e i suoi miracoli, legati non solo alla sua attività pastorale, ma anche alla conversione di molte anime perdute e perse che, grazie a lui, tornarono a Dio.
La vicenda che vi raccontiamo oggi riguarda la giovinezza del Santo: un momento estremamente particolare della sua vita, un incontro a tu per tu con Gesù, con Gesù che si fa bambino per parlare e raccontarsi al piccolo Gerardo.
La tradizione e la storia popolare narrano, infatti, della volontà del piccolo Gerardo di voler ricevere la Prima Comunione, prima dell’età prestabilita. Furono molti i sacerdoti che, vedendo un bambino troppo piccolo richiedere per la prima volta il Sacramento dell’Eucarestia, si rifiutavano di concedergliela.
Il piccolo Gerardo era stanco, deluso: perché non poteva ricevere Gesù? Perché doveva aspettare un’età precisa per avvicinarsi al Santissimo Sacramento? La sua delusione fu colmata dal suo continuo pregare, dal suo pregare Gesù.
“Il Figlio di quella bella Signora” pensava a Gerardo (indicando con queste parole la Vergine Maria della Cappella di Capodigiano dove lui andava a pregare), e spesso si staccava dalle ginocchia della Mamma per donare al piccolo amico un panino bianco. Il fatto del pane bianco si ripeté più volte, per molto tempo. Solo più tardi, da religioso, Gerardo dirà a sua sorella Brigida: “Ora so che quel fanciullo che mi regalava quel pane era lo stesso Gesù“.
La richiesta del piccolo Gerardo era stata esaudita: Gesù riconoscendo la volontà d’animo e la santità di quel bambino, si era concesso e manifestato a lui come pane eucaristico.
Il Pane di San Gerardo: un comunissimo panino, dalla forma piccola, adatta per le mani di un bambino. Fatto come la tradizione richiede, ci ricorda che a tutti Gesù apre le sue braccia e a tutti si sona come “pane di vita e pane Eucaristico”.
ROSALIA GIGLIANO
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