San Giorgio fu un santo cavaliere e martire che godé fin dall’antichità di un culto particolarmente diffuso in tutto il mondo cristiano.
Si dice che sono ben pochi i santi che hanno riscosso la stessa venerazione popolazione, tanto in Occidente quanto in Oriente. Non a caso la Chiesa Orientale è arrivata a chiamarlo il Megalomartire, il grande martire. Tuttavia, l’incredibile culto che si lega alla sua figura e che è cresciuto nei secoli ha finito per danneggiarlo, facendo nascere particolari perplessità in seno alla Chiesa.
La grande venerazione di San Giorgio
In mancanza di notizie certe e comprovate sulla sua vita, infatti, venne declassato nel recente 1969 ad una memoria facoltativa nella liturgia. Nonostante ciò, in ogni luogo in cui è venerato i fedeli continuano a tributargli una profonda devozione ormai divenuta millenaria.
La figura di San Giorgio resta in ogni caso avvolta nel mistero, e da secoli gli studiosi cercano di stabilire chi fosse veramente. Si sa infatti tutto del culto a lui legato, ma molto poco invece riguardo l’aspetto agiografico. L’episodio più noto legato alla sua figura, ovvero l’episodio del drago e della fanciulla salvata da San Giorgio, compare solo tardivamente.
Le poche informazioni certe su questa figura
Delle poche informazioni certe su San Giorgio, si conosce il fatto che era nato in Cappadocia ed era figlio di Geronzio persiano e Policronia cappadoce. Educato da giovane alla fede cristiana, da adulto divenne tribuno dell’armata dell’imperatore di Persia Daciano, che per alcuni era invece l’armata di Diocleziano, imperatore romano che nel 303 iniziò la sua dura persecuzione contro i cristiani.
Giorgio di Cappadocia, in risposta a questo dramma, distribuì tutti i suoi beni ai poveri e dopo essere stato arrestato per aver strappato l’editto. Poi confessò la sua fede in Cristo davanti al tribunale dei persecutori, prima di rifiutare l’abiura ed essere sottoposto, per tale ragione, a spettacolari supplizi prima di essere buttato in carcere.
La profezia che gli annunciò il Signore
Ma fu proprio in prigione che ebbe la visione del Signore che gli predisse sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre volte la resurrezione. Da questo punto in poi, i i resoconti degli agiografi sono molti e spesso purtroppo anche diversi tra loro. Per alcuni vinse il mago Atanasio, portandolo alla conversione e al martirio. Per altri viene tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade prima di risuscitare, portando Anatolio alla conversione, insieme a tutti i suoi soldati.
Si riporta poi che entrò in un tempio pagano dove abbatté con un soffio tutti gli idoli di pietra, convertendo inoltre l’imperatrice Alessandra, che viene martirizzata, mentre l’imperatore lo condanna alla decapitazione. San Giorgio fa sì che l’imperatore ed i suoi settantadue dignitari vengono inceneriti, poi promise protezione a chi onorerà le sue reliquie ed infine si lasciò decapitare.
Il culto iniziato subito dopo la sua morte
Subito dopo il suo martirio iniziò il culto a lui dedicato, e ciò è dimostrabile dalla basilica eretta qualche anno dopo la morte sulla sua tomba. La sua figura influenzerà notevolmente l’ispirazione figurativa degli artisti successivi e la fantasia popolare. In particolare, sarà legata alla vicenda del drago che si trovava nascosto in un grande stagno, nella città di Silene in Libia, e si narra stesse avvicinandosi alla città.
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Gli abitanti, per fermarlo, gli offrivano due pecore al giorno. Ma nel momento in cui stavano scarseggiando, offrirono una pecora e un giovane scelto a caso. Venne però estratta la giovane figlia del re, che offrì invece il patrimonio e metà del regno. Un fatto che fece ribellare il popolo, e il re alla fine dovette cedere. La giovane, piangendo, si diresse verso il mostro.
L’eroica vicenda dell’uccisione del drago
In quel momento passò però San Giorgio che era venuto a sapere del triste sacrificio, e promise alla principessa che l’avrebbe salvata con il suo intervento. Così quando il drago uscì dalle acque Giorgio salì a cavallo e lo trafisse con la sua lancia, facendolo cadere a terra. Avvolse la cintura della fanciulla al collo del drago, e da quel momento il mostro spaventoso cominciò a seguire la donna come un cagnolino.
Quando gli abitanti videro il drago arrivare, il santo li rassicurò: ”Non abbiate timore, Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: Abbracciate la fede in Cristo, ricevete il battesimo e ucciderò il mostro”. Da quel giorno il popolo si convertì e Giorgio uccise il drago, facendolo portare fuori dalla città.
Giovanni Bernardi