Quello di San Giovanni de Matha è l’esempio lampante di come a volte è lo stesso Gesù a rivelare la sua missione e la sua volontà.
Tra i Santi più iconici del Medioevo menzioniamo San Giovanni de Matha, un uomo che, nella sua semplicità, ebbe in visione direttamente Gesù, il quale gli rivelò la sua volontà. Il Santo, di cui oggi si festeggia la memoria liturgica, si adoperò per fondare l’Ordine della Santissima Trinità, attraverso il quale compì il volere di Dio.
San Giovanni de Matha nacque a Faucon-de-Barcelonnette (Francia), il 23 giugno 1154. Il Santo dimostrò fin da subito grandi doti intellettuali, tanto da guadagnarsi, fin da giovane, una cattedra in teologia. Ma l’esperienza che principalmente lo toccò fu quella visione di Gesù. Durante la sua prima messa, il 28 febbraio del 1193, il Santo ebbe una visione celeste, gli si presentò davanti agli occhi la visione di un uomo dal volto radioso, che teneva per mano due uomini: uno nero e deforme, l’altro bianco e denutrito. San Giovanni non ebbe alcun dubbio, si trattava del Cristo, che durante quella stessa visione, gli mostrò la sua missione sulla terra, quella di salvare gli schiavi cristiani in Africa.
Il Santo fondò l’Ordine della Santissima Trinità. Il principale compito dei membri dell’Ordine era il riscatto degli schiavi, ma a questo si accompagnava anche l’assistenza dei malati e dei pellegrini, il tutto tramite le elemosine raccolte dai collettori. Fatto ritorno dalle varie missioni in Africa, dove riscattò un grandissimo numero di schiavi, San Giovanni si stabilì nella Chiesa romana.
Il Santo raggiunse poi Roma, luogo nel quale morì. L’episodio del suo ritorno alla Casa Celeste è molto particolare. San Giovanni, infatti, morì nella Chiesa di San Tommaso in Formis, quella stessa Chiesa dove nel 1209 incontrò San Francesco d’Assisi. Ivi, San Giovanni ricevette sepoltura, salvo poi essere trasportato a Madrid nel 1665. Il processo di canonizzazione si concluse il 21 ottobre del 1666, quando Papa Alessandro VII lo proclamò Santo. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 17 dicembre.
Fabio Amicosante
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