È trascorso un anno dalla memorabile ‘Giornata dei 4 Papi’ in cui Papa Francesco, alla presenza del Papa emerito Benedetto XVI, ha elevato agli onori degli altari Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. In occasione della ricorrenza – informa la Radio Vaticana – si è svolta oggi, nella Basilica di San Pietro, una Messa dedicata a Wojtyla che, presieduta dal cardinale Angelo Sodano, ha visto una folta partecipazione di fedeli da Cracovia, diocesi natale del Papa Santo.
A pronunciare l’omelia, in polacco, è stato il cardinale Stanislao Dziwisz, segretario particolare e ‘braccio destro’ per tutta una vita di Giovanni Paolo II, il quale ha sottolineato che il Santo Pontefice continua ad accompagnarci “nelle vie della fede, della speranza e della carità”.
Il cardinale ha messo poi l’accento sull’insegnamento più grande che Wojtyla ha lasciato alle generazioni future, attinto dal Concilio Vaticano II: “La santità non è un privilegio solo di pochi, ma la vocazione universale del Popolo di Dio”. Tratteggiandone quindi la figura, l’attuale arcivescovo di Cracovia ha ricordato come egli fu “uomo di preghiera, di contemplazione e di azione”, un “mistico del servizio” innamorato di Gesù Cristo e questo amore “ha preso forma di un instancabile servizio alla Chiesa e al mondo”.
E’ il “Papa della Divina Misericordia”, ha aggiunto, e proprio questo aspetto lo lega oggi fortemente a Papa Francesco. Per entrambi, infatti – ha sottolineato Dziwisz – al centro della vita della Chiesa odierna va posta “la realtà della divina ed umana misericordia”. Papa Wojtyla, è stato poi anche profetico su temi come il matrimonio, la famiglia, la dignità della vita umana, “specie quella indifesa”.
Tuttavia, ha osservato il porporato, “non viviamo solo di ricordi”, ci sono “nuove sfide che toccano la Chiesa”: “Se vogliamo rimanere fedeli all’eredità di Giovanni Paolo II – ha detto – dovremmo coraggiosamente camminare per la strada dell’amore di Dio e del prossimo, cioè per la strada della santità. Questo è il compito quotidiano posto davanti a noi”.
Nella riflessione del cardinale anche un immancabile riferimento all’amore che che Karol Wojtyla nutriva per i giovani, le sue “sentinelle del mattino” che fin dall’inizio del Pontificato definì “speranza della Chiesa”. “Come non ringraziare, oggi, in questa Basilica il Santo Padre Francesco per la decisione di vivere la prossima Giornata Mondiale della Gioventù con lui, tra un anno, a Cracovia?”, ha affermato Dziwisz. Ha quindiconcluso esortando: “Spalanchiamo le porte della patria di Giovanni Paolo II. Apriamo le porte al Pietro dei nostri tempi e alle folle dei giovani cristiani. Vogliamo condividere la nostra fede e vogliamo imparare da loro l’entusiasmo della fede”.
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