Il Santo patrono dei lavoratori, a cui Papa Francesco ha affidato questo anno, ci fa riscoprire l’importanza di vivere il lavoro in santità.
Il Papa ha voluto infatti mettere sotto l’egida del provvido Custode della Chiesa universale questo anno così difficile, anche dal punto di vista lavorativo. San Giuseppe Lavoratore ci mostra tutta la dignità e la nobiltà del lavoro umano, tanto che fu proprio per aiutare i lavoratori a non perdere il senso cristiano del lavoro, e per far nascere una più profonda devozione al Santo, che Papa Pio XII istituì la festa di San Giuseppe Lavoratore il Primo Maggio 1955.
Nel Libro della Genesi, la dignità del lavoro umano è celebrata come partecipazione all’opera creatrice di Dio. Per mezzo del lavoro, l’essere umano adempie sia il comando contenuto nella Genesi di prendersi cura della terra, che quello di essere produttivo nelle sue fatiche: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse“ (Gn 2,15).
San Giuseppe, falegname e Padre putativo di Gesù, è un grande esempio della santità del lavoro umano. Disse di lui Pio XII, che istituì la Festa di San Giuseppe lavoratore: “Dal Cuore dell’Uomo-Dio, Salvatore del mondo, questo spirito [del Vangelo] affluisce in voi e in tutti gli uomini; ma è pur certo che nessun lavoratore ne fu mai tanto perfettamente e profondamente penetrato quanto il Padre putativo di Gesù, che visse con Lui nella più stretta intimità e comunanza di famiglia e di lavoro“.
Papa Francesco, nella lettera Apostolica “Patris Corde” dell’8 dicembre 2020, quando il Papa ha indetto l’Anno di San Giuseppe, affidando a lui tutte le nostre difficoltà, ha sottolineato come San Giuseppe abbia “lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro“.
“La crisi del nostro tempo”, continua Papa Francesco “che è crisi economica, sociale, culturale e spirituale, può rappresentare per tutti un appello a riscoprire il valore, l’importanza e la necessità del lavoro per dare origine a una nuova “normalità”, in cui nessuno sia escluso.
Il lavoro di San Giuseppe ci ricorda che Dio stesso fatto uomo non ha disdegnato di lavorare. La perdita del lavoro che colpisce tanti fratelli e sorelle, e che è aumentata negli ultimi tempi a causa della pandemia di Covid-19, dev’essere un richiamo a rivedere le nostre priorità”.
Questo santo silenzioso, a cui fu affidato il nobile compito di prendersi cura e vegliare sulla Vergine Maria e su Gesù, si prende cura della Chiesa vegliando su di essa ed è modello di dignità del lavoro umano: non dimentichiamoci di chiedere a nelle nostre necessità. Lui, paternamente, intercederà per noi.
Elisa Pallotta
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