San Gregorio Magno ci ha lasciato una profezia che parla chiaro e che denuncia il tacere di molti esponenti del clero, di fronte al decadimento della dottrina e degli insegnamenti della Chiesa.
San Gregorio Magno aveva detto: “La Chiesa sarà come Giobbe sofferente, esposto alle perfide insinuazioni di sua moglie e alle critiche amare dei suoi amici; egli, davanti al quale gli anziani si alzavano e i principi tacevano! (…)
Il potere dei miracoli sarà ritirato, la grazia delle guarigioni tolta, la profezia sarà scomparsa, il dono di una lunga astinenza sarà diminuito, gli insegnamenti della dottrina taceranno, i prodigi miracolosi cesseranno” (…) In questo stato umiliato della Chiesa, aumenterà la ricompensa dei buoni, che aderiranno a lei unicamente in vista dei beni celesti; quanto ai malvagi, non vedendo più in lei alcuna attrattiva temporale, non avranno nulla da nascondere, si mostreranno quali sono”.
Il male della Chiesa, dunque, sembra debba venire da coloro che avrebbero dovuto difenderla, e questo ci richiama alla mente una serie di episodi che stanno accadendo in questo secolo.
Del resto, San Gregorio Magno non è stato l’unico a profetizzare in questo senso.
Ecco le parole di Papa Pio XII: “Sono preoccupato per le confidenze della Vergine alla piccola Lucia di Fatima. Questo insistere da parte della Buona Signora sui pericoli che minacciano la Chiesa è un avvertimento divino, contro il suicidio che rappresenta l’alterare la fede nella sua liturgia, nella sua teologia e nella sua anima.
Sento intorno a me che gli innovatori desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rifiutare i suoi ornamenti e renderla piena di sensi di colpa per il suo passato storico. Ecco, sono convinto che la Chiesa di Pietro dovrà rivendicare il suo passato, altrimenti si scaverà la sua stessa tomba”.
Antonella Sanicanti
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