San Lanfranco Beccari venne ricordato per dei prodigi particolarmente inusuali e che riguardano carcerati che grazie a lui riuscirono a salvarsi nei modi più insoliti.
Nacque a Pavia nella nobile famiglia Beccari nel dodicesimo secolo e fu consacrato Vescovo della sua città da Papa Alessandro III. La figura di Lanfranco è quella di un carismatico, amabile con i buoni ed energico con i cattivi, caritatevole e modello indiscusso di vita esemplare.
Difese il potere della Chiesa in un periodo di grandi controversie
Difese il potere della Chiesa in un periodo in cui si verificavano spesso controversie tra Papato e Autorità laiche, tra Guelfi e Ghibellini. Lanfranco difese con tutte le sue forze le proprietà e le prerogative ecclesiastiche, finendo però particolarmente malvisto dai Consoli che governavano il Comune di Pavia, oltre che attaccato da molti influenti cittadini pavesi.
La situazione non era semplice, anzi. Il vescovo dovette lasciare Pavia e recarsi a Roma, dove trovò il sostegno del Papa. Quando tornò a Pavia era ben stanco di lottare e si ritirò nel monastero vallombrosano, detto del Santo Sepolcro ,dove morì il 23 giugno 1198. La sua fama di santità. però, al momento della morte si diffuse ovunque con rapidità, in funzione dei numerosi miracoli che gli furono subito attribuiti.
Le tre testimonianze di prigionieri liberati in seguito ad eventi prodigiosi
Il successore Bernardo fece registrare, con atto notarile, ben 40 casi riconosciuti come miracolosi, alcuni con un carattere di grande originalità. Registrazione di guarigioni o scampati pericoli, ma anche tre testimonianze di prigionieri liberati in seguito ad eventi prodigiosi verificatisi dopo che questi avevano elevato invocazioni al Santo.
Ad esempio, il giovane Giovanni Boglario si trovava detenuto non si sa bene per quale azione, ma di certo per “carcerazione a lunga durata” e coartato con ceppi di ferro a mani e piedi. Soffriva molto e aveva invocato l’aiuto di San Lanfranco, facendo voto di servizio perpetuo nel Convento del San Sepolcro qualora fosse stato liberato dalle catene.
Il ragazzo sogna San Lanfranco e al risveglio si trova libero dai ceppi
La notte seguente, il ragazzo sogna San Lanfranco e al risveglio si trova libero dai ceppi, anche se questi giacciono a terra perfettamente chiusi. Le guardie anziché credere al miracolo sospettano che si trattasse di un tentativo di evasione, ma controllando cavigliere e manette non trovano segni di effrazione.
Così, grazie all’intervento del Vescovo Bernardo, Giovanni viene graziato e può continuare la sua vita al servizio della chiesa, che ora è intitolata a San Lanfranco. Tra i tanti altri miracoli, il fatto più eclatante si verifica nell’ottobre del 1203. La carretta che porta i condannati a morte ne stava portando due, uno dei quali è Alberto da Novara, colpevole di “molti gravi peccati e misfatti”.
Durante il tragitto comincia a proclamare il suo pentimento
Durante il tragitto questo comincia a proclamare pubblicamente il suo pentimento e ad invocare l’aiuto di San Lanfranco di fronte alla morte. Dopo l’impiccagione, quando si sta per sistemare la corda al suo collo, Alberto continua a pregare. La botola si apre, l’impiccato resta appeso per il collo, ma la morte non arriva. Lui continua a pregare ad alta voce. Al boia non resta che liberare il condannato per verificare l’efficienza della corda.
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Ci si riprova per altre due volte, persino tirando il povero Alberto. Ma le preghiere continuano e il condannato non muore. Davanti al miracolo, le Autorità civili si arrendono e gli concedono quella stessa grazia che era già stata lui donata dal potere divino.
Giovanni Bernardi