Oggi giorno siamo sempre più spinti ad aprirci ad un mondo senza religione, le cose che davvero contano per i giovani sono il denaro e la notorietà e c’è sempre meno spazio per la spiritualità. Questo li spinge a seguire dei personaggi più o meno famosi verso una via di perdizione fatta di lusso decadente e sesso privo d’amore, una dimensione colta alla perfezione da Sorrentino nella sua “Grande Bellezza”. Come fare a resistere al richiamo della felicità effimera per giungere alla completezza spirituale? La vita di San Lorenzo può essere d’esempio a tutti noi, ci può insegnare come fare a resistere alla tentazione di seguire falsi idoli e a non inginocchiarci se non davanti a Dio.
La vita di Lorenzo si svolte nel 200 dopo Cristo, l’impero romano ha ancora il suo immenso potere politico e militare ed i Cristiani sono visti come una minaccia da debellare (il messaggio di pace, amore e uguaglianza minaccia i poteri forti), inoltre, sempre più dignitari si uniscono alla causa lasciando i loro immensi patrimoni a disposizione della Chiesa che li utilizza per svolgere il suo compito di guida per i poveri e gli indigenti. Un simile spreco di risorse non può essere tollerato da chi, come ai giorni nostri, pensa che potenza e denaro siano tutto nella vita.
Papa Pio II aveva da subito capito quanto Lorenzo fosse di animo buono e gentile ed aveva deciso di farlo diacono ed amministratore dei beni della Chiesa così che potesse utilizzarli per il bene dei poveri. Il 6 agosto del 258 d.c. la guardia imperiale irrompe nelle catacombe di San Sisto, urla di dolore e disperazione riecheggiano sotto la città immortale, la messa viene interrotta con la forza bruta e tutti i partecipanti uccisi, ad eccezione di Lorenzo.
Valeriano aveva scoperto che lui era il tesoriere e voleva l’oro della Chiesa. Un giorno Lorenzo decide di fare vedere il tesoro della Chiesa all’Imperatore, questo si presenta all’appuntamento convinto di aver vinto, ma al posto dell’oro si trova una folla di poveri malnutriti che invocano aiuto, secondo i racconti Lorenzo gli avrebbe detto: “Ecco! Questo è il tesoro della Chiesa”. La messa in scena gli costò la prigionia nelle segrete del centurione Ippolito dove venne messo in cella con un cieco. Ogni giorno Lorenzo parlava con Lucillo di Gesù e questo, incantato dai racconti, decise di convertirsi. Lorenzo fece il battesimo con la poca acqua che cadeva dentro la prigione e Lucillo, colpito dall’acqua consacrata riacquistò la vista.
Ippolito si accorse del miracolo e comincio a dubitare delle sue convinzioni, in tutta la prigione c’era un’atmosfera di serenità irreale, sembrava di essere in una locanda, così decise di ascoltare Lorenzo ed alla fine si convinse a convertirsi. Valeriano scontento di come stava andando la prigionia del suo acerrimo rivale decide di punire Ippolito facendolo morire in una maniera atroce: trascinato dai cavalli di una biga fino a morte. Valeriano aveva capito che da Lorenzo non avrebbe mai avuto un informazione sul denaro e decise di porre fine anche alla sua vita. Sulla maniera in cui fu ucciso circolano diverse teorie: in una si dice che venne arso vivo, mentre nell’altra che la testa gli venne staccata di netto in una pubblica gogna. Quale che sia la verità sulla morte di San Lorenzo il messaggio che la sua vita ci consegna e chiaro ed inequivocabile: non bisogna inginocchiarsi di fronte a nessuno che non sia Dio!
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