Luigi Gonzaga (1568-1591, Mantova) visse nel periodo dei Medici; da piccolo giocava con Eleonora (che diverrà Duchessa di Mantova) e Maria de’ Medici (che sarà Regina di Francia).
Sarebbe diventato il signore di Castiglione delle Stiviere, ma rinunciò al titolo in favore del fratello minore. Il disappunto del padre e il dispiacere del popolo furono immensi; tutti confidavano in lui e stimavano il suo carattere gentile e forte allo stesso tempo, la sua tempra da studioso e preparato alla vita della nobiltà, ma rispettoso di tutti, della gente comune.
Di lui dicevano: “Non eravamo degni d’averlo per padrone, egli è un Santo e Dio ce lo ha tolto”.
Lui, che a soli 10 anni aveva deciso di consacrarsi e affidarsi a Maria e che a 12 aveva avuto la possibilità di ricevere la Comunione dalla mani del Cardinal (oggi Santo) Carlo Borromeo, rispondeva: “Cerco la salvezza, cercatela anche voi! Non si può servire a due padroni. E’ troppo difficile salvarsi per un signore di Stato!”.
Entrò così nell’Ordine dei Gesuiti e li prestò tutta la sua opera: “Sono un pezzo di ferro contorto che deve essere raddrizzato.”, diceva di se, ma, in realtà, i suoi superiori erano costretti a dissuaderlo dalle troppe penitenze e preghiere.
In quegli anni a Roma, dopo un periodo di siccità e carestia, esplose un’epidemia di tifo.
Anche i Gesuiti andarono in soccorso dei romani e con loro Luigi. Per i moribondi lasciati a morire per strada, chiedeva elemosina nei palazzi dei nobili. “Come gli altri”, era il suo motto e doveva suonare alquanto strano e incisivo, detto da chi alla vita di privilegi aveva volentieri rinunciato.
Fu così che un giorno, per prestare sostegno ad un appestato moribondo e condurlo in ospedale, lo caricò sulle spalle, rimanendone contagiato.
Morì di li a poco ed aveva solo 23 anni, mentre chiedeva alla mamma di non piangere per la sua fine, ma di essere felice perché presto sarebbe stato alla presenza di Dio.
I due fratelli, Luigi e Rodolfo (succeduto al primo come Marchese), pur provenienti dalla stessa famiglia, educati alle medesime possibilità, ebbero una vita completamente diversa.
Luigi, dopo aver speso la sua vita per Dio e per gli altri, diverrà Santo; Rodolfo sarà, invece, scomunicato e assassinato, a dimostrazione che la strada scelta dal Santo aveva realmente mutato il suo futuro, agli occhi degli uomini e di Dio.
San Luigi Gonzaga oggi è considerato il protettore della gioventù studiosa e impegnata.
San Luigi, povero in spirito, a te con fiducia ci rivolgiamo, benedicendo il Padre celeste, perché in te ci ha offerto una prova eloquente del suo amore misericordioso.
Umile e confidente adoratore dei disegni del Cuore divino, ti sei spogliato sin da adolescente di ogni onore mondano e di ogni terrena fortuna. Hai rivestito il cilizio della perfetta castità, hai percorso la strada dell’obbedienza, ti sei fatto povero per servire Iddio, tutto a lui offrendo per amore.
Tu, puro di cuore, rendici liberi da ogni mondana schiavitù. Non permettere che i giovani cadano vittime dell’odio e della violenza; non lasciare che essi cedano alle lusinghe di facili e fallaci miraggi edonistici. Aiutali a liberarsi da ogni sentimento torbido, difendili dall’egoismo che acceca, salvali dal potere del Maligno.
Rendili testimoni della purezza del cuore.
Tu, eroico apostolo della carità, ottienici il dono della divina misericordia, che smuova i cuori induriti dall’egoismo e tenga desto in ciascuno l’anelito verso la santità.
Fa’ che anche l’odierna generazione abbia il coraggio di andare contro corrente, quando si tratta
di spendere la vita, per costruire il Regno di Cristo.
Sappia anch’essa condividere la tua stessa passione per l’uomo, riconoscendo in lui, chiunque egli sia, la divina presenza di Cristo.
Con te invochiamo Maria, la Madre del Redentore. A lei affidiamo l’anima e il corpo, ogni miseria ed angustia, la vita e la morte, perché tutto in noi, come avvenne in te, si compia a gloria di Dio, che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.
(Papa Giovanni Paolo II).
Antonella Sanicanti
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