Oggi 28 aprile: San Luigi Maria Grignion da Montfort e quello speciale dono di Wojtyla

San Luigi Maria Grignion da Montfort fu uno dei maggiori apostoli della devozione mariana di tutti i tempi, che ebbe un riconoscimento da una figura straordinaria.  

San Luigi Maria Grignon de Monfort
San Luigi Maria Grignon de Monfort – photo web source

La sua figura si inserisce in un periodo molto duro per la coscienza europea e occidentale, che cominciava a vivere una forte crisi. Si sta parlando dell’epoca in cui presero il sopravvento razionalisti e libertini, deismo e giansenismo, nonché l’attacco contro le credenze tradizionali, in modo particolare in Francia.

La grande intuizione di San Luigi Monfort

Monfort aveva fin da subito intuito l’esistenza di un’unità di fondo che metteva in comune tutti questi sistemi di pensiero, ovvero la mancanza di fede e della conoscenza dell’amore del Signore e di Maria. Per tutta la sua vita si dedicò alla riconquista delle anime con ardente carità missionaria. Fin da piccolo, infatti, Luigi mostrava grande attenzione alla vita interiore, ma anche vocazione all’apostolato e soprattutto una tenera quanto intensa devozione alla Santa Vergine.

Non a caso decise di aggiungere il nome di Maria a quello di Luigi in occasione della Cresima. Dopo avere studiato teologia alla Sorbona entrò nel seminario di Saint-Sulpice, seguendo la grande scuola spirituale francese del diciassettesimo secolo. Fin da quando divenne sacerdote, poi, si dedicò al riscatto spirituale del popolo, puntano a rianimare la fede e a difenderla dagli “innovatori”.

Voleva porre ordine nella Babilonia della mancanza di fede

Spiegava infatti di volere porre ordine, spirituale e materiale, in quella “povera Babilonia”, dando in prima persona esempi di grande abnegazione. Incontrò a Parigi la futura beata suor Maria Luisa di Gesù, con cui fondò le Figlie della Sapienza, dedite all’istruzione dei fanciulli e all’assistenza negli ospedali. Ma contro la sua predicazione si leva fin da subito uno sciame di attacchi.

Giunse fino a Roma, per consigliarsi con il Vicario di Cristo, Papa Clemente XI, che lo invita a riprendere l’apostolato in Francia. Montfort si dedica alla predicazione nella nativa Bretagna e in Vandea, proseguendo la tradizione delle missioni al popolo, espressione di santi come Vincenzo de’ Paoli, Giovanni Eudes o il gesuita beato Giuliano Maunoir, rappresentati del movimento missionario sorto agli inizi del diciassettesimo secolo.

Luigi Maria Grignion è l’ultimo di una serie di grandi missionari

Luigi Maria Grignion è l’ultimo di questi grandi missionari, portano un dinamismo creativo e un ardore apostolico impareggiabili grazie alla predicazione del catechismo, alle grandi manifestazioni pubbliche di culto, alle solenni processioni a cui Luigi dà molta importanza, specialmente per mostrare la sua fede agli occhi di chi attaccava queste manifestazioni sotto il pretesto di una religiosità più intima e più austera.

Per tale fine Montfort fondò la Compagnia di Maria, una congregazione di sacerdoti, detti monfortani, votati unicamente alle missioni al popolo. San Luigi vedeva nella croce la fonte di una superiore sapienza, che si è incarnata ed è stata crocifissa, capace di insegnare all’uomo la supremazia della fede, della retta ragione, della morale sulla volontà sregolata, dell’eterno al contingente e al transitorio.

Il più alto riconoscimento della dottrina spirituale di San Luigi Montfort

Il più alto riconoscimento della dottrina spirituale di Grignion da Montfort venne da Papa Giovanni Paolo II il quale, che trasse il motto del suo pontificato, Totus tuus, proprio dagli scritti del santo, che indica come testimone e guida della spiritualità mariana. Mentre il ritrovamento fortuito, nel 1842, del manoscritto del Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, che era misteriosamente stato sepolto per oltre un secolo “nel silenzio d’un cofano”, diede inizio alla diffusione del pensiero monfortano in tutto il mondo.

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In questo monumentale e importantissimo Trattato Montfort raccomanda che i devoti si consacrino interamente a Gesù attraverso Maria nelle forme di un’amorosa “schiavitù”, vale a dire di una dedizione di mirabile radicalità che comprende i beni materiali dell’uomo ma anche il merito delle sue buone opere e preghiere. In cambio di questa consacrazione, spiegava Monfort, la Vergine agisce nell’interiorità della persona in modo meraviglioso, istituendo con lei un’unione impareggiabile e indissolubile.

Giovanni Bernardi

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