“San Marone” (IV-V secolo, Siria) è il nome attribuito al sacerdote e monaco, ispiratore dell’Ordine Maronita, nato in Oriente (“Mar” vuol dire “Santo” in aramaico).
Da quel gruppo di religiosi, nacque, dunque, la Chiesa Maronita (che ha propri riti e liturgie), che è Sui Iuris Patriarcale, ossia sempre in comunione con la Santa Sede, ma che utilizza un rito diverso dal nostro (latino) e che deriva, in questo caso, dalla tradizione di Antiochia.
La lingua liturgica da loro utilizzata è il siriaco. I loro Patriarchi, per rispetto a San Pietro (fondatore della Chiesa di Antiochia), si attribuiscono, come secondo nome, “Boutros”.
San Marone è conosciuto e venerato dalla Chiesa cattolica, come da quella ortodossa, perché ebbe un gran merito nella diffusione del cristianesimo in Libano e nelle zone limitrofe.
Fu un missionario, ma anche, e soprattutto, un eremita.
Si era ritirato su una montagna, presso Antiochia, per vivere nelle più estreme ristrettezze, ma sempre in contatto col Creatore.
“Ora ricorderò Marone, perché pure lui ha abbellito il coro dei santi. Mentre i medici prescrivono per ogni malattia un farmaco diverso, la sua medicina era sempre la stessa, comune a tutti i Santi: la preghiera. Non curava solo le malattie del corpo, ma anche quelle dell’anima: guariva uno dall’avarizia, un altro dall’ira; istruiva questo nella temperanza, quello nella giustizia”.
Queste sono parole del Vescovo Teodoreto di Cirro, ritenuto l’ultimo teologo della Chiesa di Antiochia.
Sappiamo che anche San Giovanni Crisostomo scriveva a San Marone, per chiedere le sue preghiere, ritenute efficacissime e dettate dallo Spirito di Dio.
La moralità di San Marone e la sua fama di guaritore servirono per diffondere in Libano gli insegnamenti della Chiesa cattolica.
Si racconta che San Marone avesse una capanna, coperta di pelli di capra, ma che passasse la maggior parte del tempo all’aperto. Quando trovò i resti di un tempio pagano, lo trasformò in un luogo per venerare l’unico nostro Dio e, li, incontrava le persone che a lui si affidavano, per problemi fisici e psicologici. Questi venivano, puntualmente, coinvolti dalla sua preghiera silenziosa, nonché dalle lunghe veglie notturne, che si svolgevano in quel luogo.
Le sue reliquie si trovano, ora, nell’Abbazia di Sassovivo, vicino Foligno.
San Charbel, taumaturgo libanese e potentissimo intercessore, appartenne all’Ordine Maronita.
Nella nostra epoca, il poeta libanese Khalil Gibran e il cantante Paul Anka sono Maroniti.
La Chiesa cattolica ricorda San Marone il 9 Febbraio, la Chiesa ortodossa lo celebra il 14 Febbraio.
Antonella Sanicanti
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