Seppur invisibili, gli angeli sono una realtà concreta e vegliano su di noi. San Newman, nel corso della sua vita, ha scritto molto sull’effettiva presenta degli angeli.
Gli angeli esistono, sono una realtà concreta, seppur invisibili. A spiegarci l’effettiva presenza angelica è il teologo inglese, da poco proclamato Santo, John Henry Newman.
Più volte il Santo, nel corso della sua vita, si è imbattuto in scritti teologici, rendendo sempre più chiara la natura e la presenza degli angeli, quali strumenti della salvezza dell’uomo. Questo è un tema importantissimo: il Santo londinese non si limita ad affermare l’effettiva esistenza degli angeli, ma ne fa un vero vessillo di salvezza.
San Newman e la presenza angelica
Il tema della presenza angelica è da sempre presente nei sermoni del Santo inglese. Fin dai tempi in cui era un parroco anglicano, quello degli angeli è sempre stato un tema particolarmente presente nei suoi sermoni di matrice teologica. Il tutto si tradusse in scritto nel 1831, quando John Newman scrisse Le potenze della natura, un importante raccolta di sermoni in cui, richiamando i passi della Sacra Scrittura, disegnava il profilo della realtà angelica.
La definizione del Santo
Richiamando molte vicende veterotestamentarie come l’apparizione dell’angelo ad Agar e Ismaele: “Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione” (Genesi 21,17); passando per il racconto neotestamentario relativo alle predicazioni apostoliche, Newman definisce gli angeli come presenze concrete e soprannaturali, anche se inaccessibili alla ragione e ai sensi.
Il ruolo degli angeli
Chiunque tende a Dio, vivendo nella fede, è costantemente assistito dalla presenza angelica. La definizione che il Santo anglosassone ha dato agli angeli è tanto curiosa, quanto essenziale, dice infatti Newman che, seppur di una bellezza incredibile, che alla sola vista ci farebbe rimaner attratti, gli angeli sono i nostri “compagni di servizio”. Gli angeli, dunque, lavorano con noi, al nostro fianco.
Una presenza costante
Gli angeli, poi, si uniscono a noi nella lode. Quanto ci dice il Santo teologo è di primaria importanza. La preghiera, quale mezzo di avvicinamento a Dio, è un pote di raccordo con le creature angeliche. Infatti, quando noi preghiamo, gli angeli si uniscono a noi nella lode e partecipano alla preghiera, come dei custodi a noi vicini. La lettera indirizzata al suo Vescovo poco prima di morire, ci fa poi rendere conto di quanto la tematica dell’angelo custode sia stata presente nella vita del Santo. Il Santo, nel raccontare l’emozione di rivedere i suoi luoghi d’infanzia, si emoziona, ma è un’esperienza che Newman ha affrontato, come lui stesso scrive, col suo buon angelo a fianco.
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Fabio Amicosante