San Paolo di Tarso fu un vero e proprio “uomo d’azione”: la sua attività missionaria è oggetto di rilevanti studi storico-biblici.
Tra le figure più studiate del cristianesimo delle origini c’è quella di San Paolo, al secolo Saulo. Originario di Tarso, città dell’attuale Turchia, San Paolo è l’autore di uno degli epistolari più importanti della storia dell’umanità, anch’esso oggetto di studi di carattere storico e filologico-letterario.
Grande epistolarista, grande teologo, San Paolo fu però, un “uomo di azione”. Questo termine, coniato per il Santo dal noto teologo e biblista Giuseppe Barbaglio è particolarmente interessante, perché chiarisce come la sua vita sia stata caratterizzata, dopo le vicende di Damasco, dalla “missione”. È lo stesso teologo, infatti, a definire Saulo “il più grande missionario delle origini cristiane”.
I viaggi di San Paolo
Chi ci parla della grande missione paolina sono gli Atti degli Apostoli, che, come ricorda Barbaglio, presentano, in maniera quasi schematica, la missione paolina in “tre viaggi”. Il primo di questi si svolse a Cipro e nelle regioni sud-orientali dell’Anatolia. Il secondo viaggio, attraverso la Galizia, fino all’Europa. Durante questo viaggio, il Santo apostolo delle genti fece tappa a Filippi, Tessalonica, Berea e Corinto. Il terzo viaggio lo vide recarsi a Efeso. Questi viaggi, presentati dagli Atti degli Apostoli, potrebbero far pensare, come conferma lo storico, a delle brevi tappe, simili a quelle di un “cavaliere errante”. Ma la storia ci dice che così non fu.
La missione evangelizzatrice
I viaggi dell’apostolo, furono in realtà dei veri e propri trasferimenti, dove il Santo si fermava anche per lungo tempo. La sua missione evangelizzatrice lo portò alla costituzione di “vivaci comunità cristiane”, costituite, in prevalenza, da pagani convertiti (fonte: San Paolo, Lettere). A ricordarci tutto ciò sono, ancora una volta, gli Atti degli Apostoli, che al capitolo 8 ci ricordano come il Santo entrò nella Sinagoga, e qui parlò per tre mesi, durante i quali espose “con discorsi persuasivi le cose relative al Regno di Dio”.
Stile missionario
Il biblista e teologo Barbaglio parla anche dello “stile missionario” di San Paolo. L’Apostolo delle genti, doveva infatti guadagnarsi da mangiare, in terra di missione. Il Santo era solito guadagnarsi da mangiare con le proprie mani “rifiutando di farsi mantenere, per non creare sospetti di interesse privato che avrebbero ostacolato l’accettazione dell’annuncio”. Inoltre altre problematiche che il Santo dovette affrontare erano spesso legate ai diversi chilometri percorsi (si stima che solo da Antiochia di Siria a Corinto, Paolo percorse 3.500 km).
Dove evangelizzava San Paolo?
I luoghi dell’annuncio paolino furono le Sinagoghe delle varie città visitate. Barbaglio, nella sua prefazione alle lettere paoline, fa riferimento alle Sinagoghe nelle quali l’apostolo predicò la parola di Gesù. All’interno di esse, il Santo si incontrava con giudei, ma non solo: lo stavano ad ascoltare anche pagani simpatizzanti e proseliti del giudaismo. Gli Atti ci danno ancora un’altra informazione. Il libro attesta infatti che il Santo affittò anche una sala pubblica, che prendeva il nome da un tale “Tiranno”, all’interno della quale, ogni giorno, San Paolo insegnava ed evangelizzava.
Fabio Amicosante
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