La Rivelazione divina è l’insieme delle verità e degli insegnamenti che Gesù Cristo ha trasmesso all’umanità. Essa si esprime attraverso la Sacra Scrittura e la Sacra Tradizione, come due fonti di un unico fiume di verità. Queste due fonti vengono però conservate e rettamente interpretate dal sommo Magistero della Chiesa, e non si dà nessun libero esame in proposito. Lutero ha errato in proposito e ha favorito un soggettivismo religioso e dottrinale senza limiti.
La Chiesa, fondata da Cristo durante la sua vita pubblica, da san Pietro sino ad oggi ha difeso e diffuso ovunque gli insegnamenti della Rivelazione (come l’esistenza della Trinità, della vita dopo la morte, degli angeli, dei 7 sacramenti, etc.). Ma anche traendo da essi ciò che all’inizio non era esplicito, ma meramente implicito. Si pensi ai vari dogmi mariani, come l’Immacolata Concezione e l’Assunzione.
Anche a livello morale il Magistero della Chiesa procede allo stesso modo. Partendo da ciò che è certo ed esplicito nel Depositum Fidei, essa giunge a ciò che è collegato, almeno virtualmente, alla dottrina morale del Vangelo.
Se, per fare un esempio, non è lecito sopprimere un essere umano innocente (mentre è lecito sopprimere un animale), e la scienza ci attesta che il feto è un essere umano benché in via di sviluppo, ecco che evidentemente non è lecito abortire. Anche se la Bibbia non parla esplicitamente di aborto, essa implicitamente lo condanna poiché sarebbe assurdo non poter uccidere il bambino appena nato (infanticidio), ma poterlo fare nei mesi precedenti al parto (aborto).
Lo stesso ragionamento sapienziale, c’è dietro la condanna di Paolo VI nei confronti degli anti-concezionali. E a 50 anni esatti dall’enciclica Humanae vitae dobbiamo ricordare tale verità.
Gli apostoli non conoscevano la contraccezione (né probabilmente i cosiddetti metodi naturali), e lo stesso dicasi dei Padri e dottori della Chiesa. Ma la Rivelazione essendo viva e dinamica, non si ferma a ciò che è materialmente scritto su carta, come vorrebbe certo fissismo teologico. Va oltre. Quindi, posto che l’unione sessuale tra l’uomo e la donna è stata concepita dall’Altissimo in vista del matrimonio e della procreazione, Paolo VI ha giustamente rifiutato i mezzi contraccettivi, i quali effettivamente scardinano il rapporto, fondamentale, tra persona e natura, tra unione coniugale e procreazione, tra legittimo desiderio unitivo e naturale conseguenze biologiche.
Un ottimo scrittore cattolico, un vero maestro per i giovani d’oggi, tanto autorevole quanto forse misconosciuto è Corrado Gnerre. I suoi libri sono illuminanti ed esprimono alla perfezione la pacatezza, la precisione e la bellezza del messaggio cristiano.
Da alcuni anni, il professor Gnerre dirige una pubblicazione chiamata Il Cammino dei Tre Sentieri. In una delle ultime sue uscite, ha proposto una mirabile sintesi degli effetti psicologici della contraccezione sul singolo cittadino (cristiano e non) e sulla società. Ci permettiamo di riprendere il suo testo, composto da 12 affermazioni chiarissime, e di commentarlo brevemente.
1)Abbassamento generale della moralità. E questo appare oggi evidentissimo a 50 anni dalla nefasta invenzione della pillola. Il sesso libero è divenuto da eccezione una vera norma sociale, a cui il giovane pare obbligato a sottostare.
2) Incremento dell’infedeltà coniugale. La sicurezza, per altro non assoluta, del non concepimento a seguito di rapporto sessuale extra matrimoniale, ha ovviamente moltiplicato la tentazione del tradimento.
3) Abbassamento del rispetto verso la donna. La donna è ormai un oggetto di consumo per moltissimi uomini, sia a causa della pornografia che dell’uso che è possibile fare di essa senza ‘correre rischi’. Altro che diritti delle donne, aumenta lo stupro ed aumenta anche a causa del femminismo e della presunta emancipazione della donna.
4) Legittimazione dell’irresponsabilità. I giovani, spesso minorenni, si credono onnipotenti in materia di sessualità. E questo li incoraggia ad ogni rischio e rapporto ludico e casuale.
5) Segno di un prolungato infantilismo. Gli adulti, avvolti nel vortice del sesso libero e senza tabù, spesso lo vivono come una droga, in modo compulsivo e schiavizzante. Si distruggono famiglie perché il cinquantenne corre dietro alla ventenne e questa neppure lo respinge!
6) Si “privatizza” e si “pubblicizza” la sessualità. Tutte le pubblicità pro contraccezione sono un invito del tutto immorale a ‘provare’: ma questa ebbrezza finisce presto e le malattie si diffondono tra i giovani
7) I genitori non vivono più per i figli. Finiscono con l’accettarli solo quando rientrano in un loro progetto di soddisfazione. Si capovolge, inoltre, l’ordine naturale: i figli sono chiamati a vivere per i loro genitori.
8) Non diminuiscono gli aborti, anzi. Infatti, in questo caso l’aborto figurerebbe come una sorta di “ultimo contraccettivo”. Falsa l’opposizione tra contraccezione e aborto. Chi usa il preservativo vuole scongiurare la nascita. E se il preservativo fallisce l’aborto viene accettato come scontato.
9) Ci si apre alla fecondazione in vitro. Dire, infatti, non voglio un figlio vuol dire anche voglio a tutti i costi un figlio. Se l’uomo si crede onnipotente in fatto di sessualità, e rifiuta ogni freno morale, ecco che Frankenstein è dietro l’angolo. Ogni desiderio diviene assurdamente un diritto assoluto del cittadino.
10) Ci si apre ad aberrazioni come l’utero in affitto. Se, infatti, è possibile la sessualità senza figli, allora sono possibili anche i figli senza la sessualità.
11) S’impongono politiche demografiche verso i Paesi più poveri. Invece di aiutare le popolazioni povere, queste devono essere costrette ad accettare politiche demografiche. E molte Ong danno cibo in cambio di una politica anti-natalista: cosa veramente colonialista e assurda.
12) Si facilita la legittimazione della pratica omosessuale. Se la sessualità può essere senza la procreazione, allora tutto diviene sessualità. Idem per la pedofilia e la zoofilia.
La sessualità, grazie alla contraccezione di massa e alla perdita di riferimenti morali, è divenuta la nuova religione del XXI secolo. Liberiamocene presto e ritroveremo le gioie perdute del nobilissimo sentimento d’amore.
Antonio Fiori
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