Il miracoloso episodio della liberazione di San Pietro è raccontato dagli Atti degli Apostoli. Questo episodio mette in luce molti aspetti centrali della cristianità: la forza della preghiera e la suscettibilità degli uomini.
Quello raccontato dagli Atti degli Apostoli è uno dei miracoli più importanti legati alla figura di San Pietro. Colui che sarebbe divenuto il primo Vescovo di Roma si è reso protagonista di una miracolosa liberazione, da lasciar tutti col fiato sospeso e, soprattutto, increduli di quanto fosse accaduto. È, quello di Pietro, un miracolo avvenuto non direttamente per mano sua, piuttosto, attraverso la venuta sulla terra di un “angelo del Signore”, che per volere di Dio ha liberato il Santo affinché si compisse il lavoro che Gesù stesso gli affidò. L’episodio che prendiamo in considerazione si contestualizza nella Gerusalemme del I secolo, quando il Santo Apostolo era rinchiuso in una delle numerose prigioni che spettavano a chiunque si manifestasse come cristiano.
Un angelo del Signore liberò miracolosamente San Pietro dalla prigione in cui si trovava. Questo episodio, che lascia le genti di quel tempo sbalordite, è raccontato dagli Atti degli Apostoli. Nel capitolo 12 del prezioso libro, si racconta che il re Erode, in quel tempo, fece perseguitare diversi cristiani. Questi, chiamati dalle scritture “membri della Chiesa”, furono “uccisi di spada”. Tra questi troviamo Giacomo, fratello di Giovanni e Pietro, che però fu rinchiuso in prigione, senza essere ucciso. Come accennato in precedenza, la miracolosa apparizione dell’angelo è legata a due aspetti: uno è la forza della preghiera, l’altro è l’incredulità del popolo. Ma andiamo con ordine e partiamo dal primo. Secondo quanto ci racconta la scrittura, l’angelo del Signore venne a seguito di incessanti preghiere. Così vi è scritto: “Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui”. Ma, proprio in quella notte, quando Erode era pronto a farlo comparire di fronte al popolo, “gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella”.
“Metti il mantello e seguimi”: queste le parole dell’angelo di Dio, con le quali liberò San Pietro dalle catene. Il miracolo si compiva. Eppure, questo lasciò letteralmente senza parole i presenti. Questo è un aspetto meno noto legato al miracoloso evento. Infatti, come scritto nel quindicesimo versetto del dodicesimo capitolo, Pietro, liberato dall’angelo, si diresse verso la casa della madre di Giovanni, Maria. Dopo aver bussato, rispose una donna di nome Rode, che corse subito a raccontare che Pietro era li. I cristiani presenti, però, sapendo che Pietro si trovava in carcere, risposero “Tu vaneggi!”. Questo è un altro aspetto, molto importante, legato a questo miracolo. I cristiani del tempo, pur pregando incessantemente, rimangono stupiti e increduli di fronte al miracolo. La suscettibilità dell’umano si manifesta in queste righe, ma al tempo stesso, questo prezioso libro ci ha messo davanti la potenza della preghiera.
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