Il Vescovo Policarpo (70-160, Turchia) era discepolo di Giovanni e fu nominato Vescovo della città di Smirne dagli Apostoli, dai seguaci diretti di Gesù Cristo.
Il suo discepolo Ireneo scriverà di lui: “Egli non solo fu ammaestrato dagli Apostoli ed ebbe consuetudine con molti che ebbero visto il Signore, ma appunto dagli Apostoli fu stabilito per l’Asia nella Chiesa di Smirne come Vescovo. Anche noi l’abbiamo visto nella nostra prima età (…), egli insegnò sempre quello che aveva appreso dagli Apostoli, le cose appunto che la Chiesa trasmette e che solo sono vere”.
San Policarpo, Martire a causa della fede in Dio
Nel 154, il Vescovo Policarpo si recò a Roma per discutere con Papa Aniceto la data della Santa Pasqua che era diversa in Oriente e in Occidente. Roma la celebrava già di domenica, mentre gli orientali sempre il 14 del mese ebraico di Nisan.
In quel momento, i due discussero a lungo e pacificamente, ma senza arrivare ad un accordo unanime.
Tornato da Roma, il Vescovo Policarpo venne coinvolto in una persecuzione locale, per mano dell’Imperatore Antonino Pio, contro 11 cristiani. Vennero uccisi nello stadio, dove poi fu condotto anche lui.
Il Proconsole romano Stazio Quadrato, non volendolo condannare a morte, fece finta di non riconoscerlo e gli chiese di abiurare. Il Vescovo Policarpo rispose: “Tu fingi di ignorare chi io sia. Ebbene, ascolta, francamente: io sono cristiano”.
Salì, dunque, sulla catasta di legna preparata per bruciarlo, per immolarsi per fede.
Fu, poi, finito con un colpo di spada. Era il 23 Febbraio.
Il Vescovo Policarpo aveva scritto anche una lettera alla comunità cristiana dei Filippesi, in cui, parlando della Passione di Gesù Cristo, diceva: “Egli sofferse per noi, affinché noi vivessimo in lui. Dobbiamo quindi imitare la sua pazienza … Egli ci ha lasciato un modello nella sua persona”.
Antonella Sanicanti
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