San Ranieri di Pisa per tutta la sua gioventù prese una strada molto lontano da quella della vita cristiana. Ma bastò un solo incontro perché tutto cambiò.
Ranieri nacque nel 1118 e i suoi genitori appartenevano entrambi a famiglie benestanti. Misero al fianco del loro unico figli, per i suo studi, don Enrico di San Martino in Kinzica. Ranieri era però molto dotato per la musica e per il canto, e purtroppo preferiva i divertimenti e gli svaghi allo studio e la fatica.
L’incontro improvviso che cambiò la vita al futuro santo
I genitori provarono in tutti i modi a riportarlo a uno stile di vita cristiano, ma il giovane trascorse la sua giovinezza disinteressandosi totalmente degli insegnamenti dei genitori. A diciannove anni, però, Ranieri decise di cambiare radicalmente vita. Incontrò un eremita di nome Alberto, che proveniva dalla Corsica e si era stabilito nel monastero pisano di San Vito.
Questo incontro fece in modo che all’improvviso Ranieri abbracciò con convinzione la fede cristiana e si pose al servizio di Dio. Tanto che, ricevuta la spinta proprio dal Signore a recarsi in terra Santa, lo fece partire senza alcun indugio. Non appena compiuti ventitré anni prese una decisione assolutamente radicale: quella di vivere in assoluta povertà, liberandosi dalle ricchezze e donandole a poveri e bisognosi.
La totale preoccupazione di imitare Gesù Cristo in tutta la sua vita
La sua preoccupazione rimase quella di imitare meglio possibile il suo maestro, Gesù Cristo. Indossò la veste del penitente ricevuta durante il suo pellegrinaggio al monte Calvario, la pilurica, e passò del tempo negli eremiti in Terra Santa. Lì compì numerosi miracoli. La sua vita era però di ascesi e di grandi sacrifici, al punto che punì spesso il suo corpo con lunghi digiuni, mentre si asteneva normalmente dal cibo tutti i giorni della settimana, ad eccezione del giovedì e della domenica.
LEGGI ANCHE: Oggi 30 aprile: Beato Benedetto da Urbino e il suo odio radicale per il peccato
Cercava infatti di vincere l’orgoglio personale dovuto alla fama che già lo circondava presso i fedeli. Rinunciò quindi totalmente a sé e si dedicò a un servizio totale a Dio, e questo gli consentì di superare le numerose tentazioni del maligno. Durante i tredici anni di soggiorno in Terra Santa, queste furono infatti numerose e molto dure.
LEGGI ANCHE: Oggi 3 giugno: Ss. Carlo Lwanga e 12 compagni, mandati al rogo dagli stregoni
Quando tornò a Pisa nel 1154 lo fece circondato dalla fama di santo, e i miracoli che continuò ad operare, anche nella sua città natale, furono numerosi. I pisani lo ammiravano così tanto che ai loro occhi era santo già in vita, ma quando salì in cielo un suo discepolo, il canonico Benincasa, si occupò della redazione di tutta la sua vita. Un testo che gli permise di essere ricordato fino ad oggi, per un suo atteggiamento particolare e caratteristico: quello di donare a chi gli si rivolgeva pane e acqua benedetti, tanto da essere conosciuto come il santo “Ranieri dall’Acqua”.
Giovanni Bernardi