San Saturnino raccolse la palma del martirio nel IV secolo, quando il nascente cristianesimo era alle prese con continue persecuzioni. Papa Damaso ci parla del suo martirio.
Non disponiamo di numerose fonti documentarie circa la vita del Santo martire Saturnino. Sappiamo che era originario di Cartagine e che visse a cavallo tra III e IV secolo, un periodo storico travagliato per chi si professava cristiano. Le persecuzioni erano all’ordine del giorno, dal momento che gli Imperatori vedevano messa in discussione la loro autorità, specie dal punto di vista spirituale. Nello specifico, San Saturnino di Cartagine subì una violenta persecuzione sotto l’Imperatore Decio (249-251), per poi essere ucciso nel 304, sotto l’Imperatore Massimiano.
È il Martirologio Romano a offrirci indicazioni precise sul martirio del Santo, includendo nella vicenda anche il martirio di Sinisio Diacono: “A Roma, sulla via Salaria, il natale dei Santi martiri Saturnino il vecchio, e Sisinio Diacono, sotto il Principe Massimiano i quali, lungamente straziati in prigione, per ordine del Prefetto della città furono sospesi sull’eculeo e stirati con nervi, percossi con bastoni e scorpioni, quindi bruciati con fiamme, e finalmente, deposti dall’eculeo, furono decapitati. I corpi dei due martiri furono poi sepolti da Trasone nella sua proprietà sulla Salaria nova”.
Le reliquie del Santo martire hanno subito, nel corso della storia, diversi spostamenti, dovuti principalmente alla propagazione del suo culto. Sappiamo che le reliquie furono portate alla Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo al Celio. Nel corso del XVIII secolo, una parte di esse, fu donata al Pontefice Benedetto XIII. La storia delle reliquie di San Saturnino è ricca di particolari interessanti: uno di questi risale al 1581. Il 20 giugno di quell’anno, Papa Gregorio XIII concesse l’indulgenza plenaria in perpetuo ai visitatori della Basilica del Celio contenente le sue reliquie.
Secondo un’antica leggenda, il corpo di San Saturnino fu trasportato a Toffia (Rieti), nel 558. La tradizione vuole che, lungo il tragitto, i cavalli che trainavano il carro contenente il corpo si fermarono volontariamente all’altezza delle Ripe di Sant’Antonio. Da quel momento, i cavalli si inginocchiarono e non vollero più proseguire. Le campane di San Lorenzo suonarono e i corpi furono dunque tumulati nella Chiesa.
San Saturnino da Cartagine morì il 29 novembre 304. Il Santo ricevette la Palma del martirio a Roma, dove fu mandato esule per superare gli atroci supplizi. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 29 novembre, suo dies natalis.
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Fabio Amicosante
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