San Valeriano ricoprì la carica di Vescovo nella diocesi di Avensa, nell’Africa Settentrionale. Patì una lunga pena prima di morire, onorando la sua fede in Cristo.
Le fonti sulla vita di San Valeriano di Avensa sono molto scarse: non conosciamo le date di nascita e di morte, ma sappiamo che il Santo visse nel V secolo. Un importante fonte da cui attingiamo notizie è rappresentata dalla narrazione di Vittore di Vita, che nel suo Historia persecutionis Africanae Provinciae, temporibus Geiserici et Hunirici regum Wandalorum parla della vita del Santo, offrendoci l’importante notizia della carica vescovile.
Il Santo fu Vescovo di Avensa, conosciuta anche come Abbensa, antica sede episcopale nella provincia romana dell’Africa Preconsolare, dove oggi sorge l’attuale Bordj-Hamdouna. Al tempo, il luogo apparteneva all’Arcidiocesi di Cartagine. Sappiamo che nella lista dei Vescovi della diocesi di Avensa, San Valeriano è il secondo della lista, dopo il suo predecessore Fortunato.
Negli anni in cui il Santo Vescovo resse la diocesi di Avensa, il popolo tutto fu turbato dall’arrivo dei Vandali. Qui ci viene in aiuto Vittore di Vita, che ci parla dell’elezione di Valeriano e dei successivi rapporti con i Vandali. Il Santo divenne vescovo molto anziano, quando aveva circa ottant’anni. All’arrivo di Genserico, Re degli Alani dei Vandali, il Santo Vescovo si rifiutò di obbedire all’ordine di consegnargli tutti gli arredi della Chiesa.
La coraggiosa scelta di San Valeriano gli costò una pena molto dura. L’essersi rifiutato di consegnare gli arredi ecclesiastici era una forte dimostrazione di fede: il Santo non si piegò alle volontà dei pagani. Re Genserico cacciò Valeriano, insieme ad altri otto vescovi dell’Africa, che come lui si erano rifiutati di obbedire agli ordini. Inoltre, venne impartito l’ordine a chiunque, di offrire ospitalità ai Vescovi esiliati, sia in casa, che nei campi.
Costretto a dormire a cielo aperto, su pubblica strada, San Valeriano si occupò delle anime dei fedeli, confermandosi come un importante confessore. Il Santo non abbandonò mai la fede in Cristo, nonostante le difficoltà che questo gli causò in vita. Vittore di Vita lo definisce, nei suoi scritti, Sanctus Valerianus Abensae civitatis episcopus, esaltandone il suo aspetto più caratterizante, la Santità.
San Valeriano morì ultraottantenne, durante uno dei suoi pellegrinaggi. Dal Martirologio Romano: «Commemorazione di San Valeriano, Vescovo di Avensano nell’Africa settentrionale, che, a più di ottant’anni, durante la persecuzione vandalica, si rifiutò fermamente di consegnare gli arredi Sacri della Chiesa come richiesto dal Re Genserico e fu per questo scacciato tutto solo fuori della città […]. Giacque, dunque, per lungo tempo a cielo aperto, sulla pubblica strada, giungendo, in tal modo, al termine della sua Santa vita da confessore della retta fede».
Fabio Amicosante
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