San Vincenzo di Saragozza, di cui oggi festeggiamo la memoria liturgica, ricevette la palma del martirio non cedendo alla volontà di chi lo voleva allontanare dalla fede.
San Vincenzo di Saragozza nacque in terra spagnola, precisamente a Huesca, nei Pirenei. Stiamo parlando di un Santo, martire, vissuto tra III e IV secolo e le fonti circa la sua vita sono scarse. Tra le più attendibili, però, ci sono le fonti che parlano nello specifico del suo martirio. Sappiamo inoltre che le sue origini erano quanto meno aristocratiche: il Santo era infatti figlio del console Eutichio e della matrona Enola. Questo permise al giovane Santo di ricevere un’ottima educazione. Stando alla storiografia moderna, ci viene da pensare che la fama di santità di San Vincenzo di Saragozza fosse molto popolare, in Spagna, almeno dal 1700, dal momento che anche le città di Saragozza e Valencia ne rivendicano i natali.
Il Santo, come abbiamo accennato, ricevette ottima educazione, vista anche la premura dei genitori di avere un figlio quanto meno colto. Vincenzo ebbe un rapporto del tutto speciale con il Vescovo di Saragozza, Valerio. I genitori di Vincenzo affidarono alle cure del Vescovo il loro figlio, affinché egli si prendesse “cura della sua anima”. Tuttavia, l’epoca in cui visse e operò il Santo fu un’epoca molto difficile per chiunque professasse la fede in Cristo. Stiamo parlando dei secoli delle grandi persecuzioni. In modo particolare, i vari editti emanati da imperatori come Diocleziano imponevano la distruzione degli edifici e degli arredi cristiani, nonché l’arresto e la tortura di tutti i cristiani che ricoprivano cariche pubbliche.
Il Santo diacono e il Vescovo Valerio decisero, forti della loro fede, di non sottrarsi ai loro doveri e si rifiutarono di idolatrare qualsiasi divinità pagana. Il prefetto ordinò dunque il loro arresto e, condotti a Valencia, dove il prefetto Daciano teneva il tribunale, furono torturati e uccisi, in nome della loro fede in Dio.
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San Vincenzo di Saragozza morì il 22 gennaio del 304. Gettato in pasto alle fiere, il suo corpo venne protetto da un corvo. Gettato poi nel fiume, esso non annegò, bensì rimase a galla e tornò di continuo alla riva. In questo modo, i cristiani riuscirono a recuperarlo per offrirgli degna sepoltura. Numerose sono le leggende agiografiche legate a San Vincenzo. Gregorio di Tours narra di come l’intercessione del Santo salvò gli abitanti di Saragozza, che tenevano la sua tunica, quando la loro città fu assediata da Childeberto, Re dei Franchi. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 22 gennaio.
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Fabio Amicosante
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