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San Vincenzo Romano: aveva il dono di capire chi doveva avvicinare a Gesù

È stato uno degli ultimi Santi proclamati, insieme a Nunzio Sulprizio, da Papa Francesco per la Diocesi di Napoli. Un libro ci racconta la storia e le gesta di San Vincenzo Romano.

San Vincenzo Romano – photo web source

Grazie all’instancabile opera di Don Michele Sasso, il più grande esperto e biografo del Santo, la città di Torre del Greco ricorda il Santo sacerdote napoletano e gli rende omaggio.

San Vincenzo Romano: il parroco con un dono speciale

San Vincenzo Romano è stato il primo parroco diocesano italiano ad essere canonizzato. Vissuto fra il 1750 e il 1830, è stato anticipatore, sotto certi versi, del Concilio Vaticano II, attraverso le sue missioni per la città. Avvicinava i capannelli di persone e di passanti (con la cosiddetta pratica della “sciabica”, ovvero avvicinarle con crocifisso e campanello), e li invitava alla preghiera, accompagnandoli, poi, nella chiesa più vicina.

È inutile che state qui. Sono per portarvi a Gesù, a pregarlo insieme a me” – diceva a coloro che incontrava per strada. E, col dono di Dio di scrutare nei loro occhi e nel loro cuore, capiva che avevano bisogno di Cristo nella loro vita. E li accompagnava in chiesa e, con loro, pregava e recitava il Santo Rosario.

Anche, la “Messa pratica” era una delle opere di misericordia di San Vincenzo Romano. Spiegare, passo dopo passo, la liturgia in italiano, affinché la gente potesse capire al meglio.

Molti di voi venite a Messa quasi per abitudine, ma non riuscite sempre a capire il latino delle formule” – diceva. E così, si sedeva con loro e “insegnava” in italiano il Mistero di Dio che si compiva, ogni volta, sull’altare

Durante il suo ministero sacerdotale, durato 33 anni, San Vincenzo Romano si dedicò soprattutto ai suoi concittadini di Torre del Greco, aiutandoli nelle incombenze quotidiane (politiche, sociali, ecc.), attraverso l’evangelizzazione dei contadini nelle cappelle rurali e poi come Padre Spirituale.

Predicò il Vangelo per strada fino a cinque volte al giorno (di domenica) ed era solito preparare a fondo le persone prima che queste ultime ricevessero i sacramenti.

Essendo parroco di una delle più importanti zone di mare, dopo Napoli, San Vincenzo Romano si prendeva cura anche delle mogli dei marinai, “perché non perdessero durante l’assenza dei loro mariti, in viaggio per mare”. Le chiamava “le sue missioni coralline”.

Don Michele Sasso: una vita per Vincenzo Romano

Un sacerdote biografo di un altro sacerdote, e per giunta Santo. Don Michele Sasso, a 30 anni dalla morte, verrà ricordato nella sua Torre Del Greco per la sua instancabile opera di studioso, affinchè tutti noi conoscessimo le gesta e le opere di misericordia di San Vincenzo Romano.

Don Michele Sasso non è stato solo un sacerdote campano, ma soprattutto uno scrittore ed un filosofo. Ed oggi, a 30 anni dalla sua morte, nella Basilica di Santa Croce di Torre del Greco, in provincia di Napoli, sarà ricordato con una solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo ausiliare di Napoli, Monsignor Gennaro Acampa, e con la presentazione di un libro dal titolo “Vincenzo Romano. Il Vangelo della carità”.

La nuova edizione del suo libro

Una nuova edizione del libro che lo stesso Don Michele Sasso aveva scritto, illustrando a tutti la figura di San Vincenzo Romano, oggi Protettore dei sacerdoti napoletani. Il libro, a cura dei teologi Antonio Terracciano e Giuseppe Falanga, “rende accessibile a tutti la figura e il messaggio del parroco santo di Torre del Greco” – spiega il professor Falanga.

LEGGI ANCHE: “Chi ha, metta. Chi non ha, prenda”: il grande cuore di San Giuseppe Moscati

don Michele Sasso, autor del libro – photo web source

Don Michele: il più grande esperto e biografo del Santo

Considerato uno dei più importanti biografi di San Vincenzo Romano, Don Michele Sasso ha dedicato tutta la sua vita al popolo di Dio a lui affidatogli, e a far conoscere l’immensa figura di questo Santo.

Una vita breve, ma intensa la sua (morirà nel 1991, a soli 46 anni). Nato, proprio, a Torre del Greco, è stato, per molti anni, la guida spirituale della sua cittadina. Per alcuni anni, poi, anche prelato della Cappella del Tesoro di San Gennaro.

Da giovane, l’Azione Cattolica, il calcio, fino alla chiamata al sacerdozio, arrivata a soli 16 anni. L’incontro con San Vincenzo Romano nel 1963, quando assistette alla celebrazione di beatificazione in Piazza San Pietro. Da lì, la scelta di studiare e di conoscere a fondo questo Beato della sua terra.

L’insegnamento, la scuola, la teologia e ancora Vincenzo Romano, con ben 4 libri scritti su quello che sarebbe divenuto il futuro Santo dei sacerdoti di Napoli.

Questo libro che lo stesso Don Sasso pubblicò quando era ancora in vita, è stato sempre considerato una pietra miliare per chi si addentra nello studio e nella conoscenza di questo Santo tutto napoletano.

Fonte: acistampa.com

ROSALIA GIGLIANO

Rosalia Gigliano

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Rosalia Gigliano

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