Se ne invocava il soccorso, già nel Medioevo, per sanare molte malattie o per particolari necessità.
Purtroppo, le notizie sulla vita di Vito (III secolo d.C., Trapani), anche quelle relative alla sua origine, non sono tutte documentate. Come spesso accade per i Santi vissuti in epoche lontane, i fatti storici e i racconti leggendari si fondono.
E’ certo però che Vito, appena adolescente, venne accolto in terra lucana e dimostrò una fedeltà esemplare alla cristianità, in un periodo di persecuzioni crudeli.
Sin da bambino, era stato capace di compiere prodigi e guarigioni, in nome di Dio, ma era anche stato costretto alla fuga.
Proprio a causa della persecuzione dei cristiani, da parte dell’Imperatore Diocleziano, nel 303, era inseguito per essere arrestato. Il suo stesso padre, pagano convinto, lo aveva più volte denunciato, sperando che le torture, le minacce o almeno le lusinghe carcerarie (di donne provocanti) lo potessero dissuadere e indurre ad abiurare.
Vito era, però, deciso a ritenersi uno uomo di Cristo ad ogni costo, iniziato a questo dalla nutrice Crescenzia, cui era stato affidato dopo morte della madre, e dal suo maestro Modesto, che in sogno era stato avvisato da un Angelo, affinché Vito si imbarcasse in cerca di terre più ospitali.
Fu così che arrivò in Basilicata, dalla foce del fiume Sele (un tempo lucano). Qui continuò a testimoniare liberamente, insieme a Crescenzia e a Modesto, la sua scelta di vita, predicando le Sacre Scritture e mostrando prodigi da taumaturgo.
Venne, però, rintracciato dai soldati di Diocleziano, che lo condussero a Roma.
L’Imperatore, che oramai conosceva anche la sua fama di guaritore, gli mostrò il figlio, coetaneo del futuro Santo, ammalato di epilessia. Le intercessioni di Vito lo guarirono, ma non per questo l’Imperatore divenne più clemente e, dal momento che colui che aveva ridato la salute al figlio si era rifiutato di sacrificare agli Dei, ordinò che fosse torturato!
La leggenda narra che Vito uscì illeso da un calderone di pece bollente; gettato in pasto ai leoni, non venne sbranato, in quanto le bestie, alla sua presenza, divennero mansuete e gli leccarono i piedi.
Allora i torturatori, ciechi a tanta grazia, appesero Vito, Modesto e Crescenzia ad un cavalletto, che triturava loro le ossa. Questa volta fu la potenza di un terremoto a fermare l’orrore, tanto che anche Diocleziano fuggì spaventato, mentre le statue dei suoi idoli crollavano a terra.
Una schiera di Angeli corse, allora, in aiuto dei tre Martiri e li condussero nuovamente al Sele dove, però, stremati dai patimenti subiti, morirono ben presto. Vito aveva solo 12 (o al massimo 17) anni, quando sopportò tutto questo.
San Vito è invocato per guarire l’epilessia, l’insonnia (o l’eccessivo bisogno di sonno), le ossessioni demoniache e la corea, un disturbo neurologico che provoca movimenti incontrollabili, detto popolarmente ballo di san Vito.
Coi Santi Acacio, Barbara, Biagio, Caterina d’Alessandria, Ciriaco, Cristoforo, Dionigi, Egidio, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Margherita e Pantaleone, Vito è tra i Santi Ausiliatori.
O glorioso Martire San Vito, noi, pieni di speranza e di fiducia, ti offriamo i nostri cuori, affinché tu interceda presso il trono di Dio per purificarli da tutti quegli affetti che sviano dal sentiero del bene e dell’amore che tu ci hai insegnato con la tua vita.
Non permettere, o glorioso testimone di Cristo, che noi, nel faticoso pellegrinaggio terreno, siamo vinti dalle forze del male, dalle suggestioni del mondo, dai piaceri della carne. Ottieni per tutti noi, dal nostro Redentore, la grazia di pentirci del male fatto e la gioia di vivere nell’operare il bene, per poter un giorno lodare, insieme con te, Dio Padre che, insieme al Figlio e con lo Spirito Santo, vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Antonella Sanicanti
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