San Zeno fu uno dei primi grandi padri della Chiesa, e furono molte le testimonianze che lo videro in lotta con i demoni, che scacciava prontamente.
Tutta la città di Verona ha una devozione molto forte, che dura ininterrotta da sedici secoli, nei confronti del santo vescovo “moro e pescatore”, a cui è stata eretta anche la magnifica Basilica cittadina. San Zeno, o Zenone, fu notaio veronese vissuto verso fine del settimo secolo e originario della Mauritania, nell’Africa settentrionale.
Giunse a Verona con la famiglia in un periodo, quello del quarto secolo, in cui la Chiesa, finite le grandi persecuzioni contro i cristiani, assunse finalmente un respiro davvero universale, e in cui presero il via numerosi scambi e viaggi di figure di grande dottrina e santità. Come ad esempio, oltre a Zeno, San Venanziano, San Donato, Sant’Agostino, San Fortunaziano, tutti provenienti dall’Africa settentrionale.
Zenone, o Zeno, fece vita monastica fino alla sua elezione a successore del defunto vescovo di Verona Cricino nel 362. Il suo episcopato durò una decina d’anni. Papa Gregorio Magno raccontò un prodigio avvenuto in città e attribuito alla potente intercessione del santo, in cui verso il 485 una piena del fiume Adige sommerse Verona, fino alla chiesa dedicata a san Zeno, che aveva le porte aperte.
L’acqua del fiume aveva raggiunto l’altezza delle finestre, ma non penetrò attraverso la porta aperta, quasi come se avesse incontrato una solida parete ad arginarla. Oltre a questo, sono però decine gli episodi miracolosi e i prodigi attribuiti a San Zeno. I diavoli, infatti, cercavano continuamente di ostacolarlo nella predicazione e nel suo ministero episcopale. Il santo vide e scacciò il demonio sin da quando era ancora un chierico, insieme a Sant’Ambrogio.
Quando divenne vescovo di Verona, Zeno prese ad abitare con dei monaci, in un luogo solitario verso la riva dell’Adige. Viveva in povertà, e per nutrirsi pescava nel fiume. Un giorno, però, mentre stava pescando, vide più in là un contadino trascinato nella corrente del fiume, insieme al suo carro. I suoi buoi erano stranamente imbizzarriti, e lui intuì subito si trattasse di un’opera del demonio.
Fece un segno della croce, e subito i buoi si calmarono, riportando il carro sulla riva. Anche qui, gli episodi delle lotte di San Zeno con i demoni furono numerosi e continuarono per tutto il suo episcopato. Varie raffigurazioni di San Zeno che calpesta il demonio sono presenti anche all’interno della basilica a lui dedicata, dopo che fu lui stesso a costruire a Verona la prima chiesa, che si trovava probabilmente nella zona dell’attuale Duomo, dove si riconoscono le tracce dei primi edifici cristiani.
La stessa che non fu allagata dalla piena del fiume Adige nel 588. Le cronache riportano che Zeno fu un vescovo che si distinse anche per carità, umiltà, povertà, liberalità verso i poveri, e per al continua sollecitazione verso clero e fedeli alla pratica delle virtù cristiane. Con i suoi 93 “Sermones” o trattati, Zeno aprì la grande schiera degli scrittori cattolici, fu il primo dei grandi Padri latini, e per molti meriterebbe quindi di essere collocato fra i Dottori della Chiesa.
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Testi in cui affrontò importanti temi come la genuinità della dottrina trinitaria, la mariologia, l’iniziazione sacramentale, la liturgia pasquale, le virtù cristiane della povertà, umiltà, carità e l’aiuto ai poveri e sofferenti.
Giovanni Bernardi
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