Sandra Sabattini è una ragazza di cui sentiremo tanto parlare, nei prossimi anni.
“Sandra era immersa in una relazione limpida e intensa con Dio. Viveva ogni istante con profonda gioia. Gustava tutto l’universo, scoprendone ogni bellezza assieme a Lui. Lei viveva tesa verso l’Infinito, la Luce, il Mistero, l’Amore”.
Cosi, Don Oreste Benzi, il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, descriveva questa giovane donna, nata il 19 Agosto del 1961, a Riccione.
Don Oreste Benzi l’aveva conosciuta quando lei aveva solo 12 anni e, proprio lui, dopo la sua prematura morte, rese noto il suo impegno spirituale, come quello sociale, tra i portatori di handicap e i tossicodipendenti della Comunità, nonché i pensieri di Sandra, lasciati sul Diario, oggi pubblicato in più edizioni.
Da piccola, quando abitava nella casa canonica dello zio prete, Sandra sgattaiolava spesso in chiesa e rimaneva a lungo alla presenza del Santissimo Sacramento, in ossequioso silenzio.
Da adulta, studiava medicina e sognava di sposarsi con il suo fidanzato, un giorno, per poi partire in missione, per l’Africa.
Il 29 Aprile del 1984, Sandra stava andando ad un incontro della Comunità, con il fidanzato Guido Rossi, ma venne travolta da un auto.
Dopo tre giorni di coma, Sandra morì e, di li a poco, iniziò la sua causa di Canonizzazione. Oggi è Venerabile.
“Oggi c’è un’inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di Santi”, diceva, mentre cercava, ogni giorno, di avvicinare le persone più povere e dimenticate della città; mentre si impegnava a vivere, con il suo ragazzo, il fidanzamento in castità, fino al matrimonio.
Dopo 25 anni dalla sua morte, la sua tomba venne aperta, con l’intenzione di spostarne i resti. Ma di lei, che aveva voluto essere sepolta nella nuda terra, non era rimasto nulla e Don Oreste Benzi commentò: “Sandra non deve essere cercata tra i morti”.
Antonella Sanicanti