Il palco del Festival di Sanremo si appresta ad ospitare un cantante che inneggia alla violenza sulle donne. Arrivano le solite prime polemiche sulla manifestazione.
Salirà sul palco di Sanremo fra i “big”, ma il suo profilo musicale si è venuto a creare con canzoni dal testo alquanto discutibile.
Si chiama Junior Cally: a molti il suo nome non dirà nulla, invece è famosissimo fra coloro che ascoltano la musica Trap, nuovo genere in voga in questi ultimi anni. Salirà sul palco del Festival di Sanremo targato Amadeus e, ci si aspetta, che il testo della sua canzone in gara sia della stessa pasta di quelli che ha composto finora e che gli hanno dato così tanto successo.
Ebbene sì: il profilo musicale di Cally ha al suo interno canzoni dal contenuto estremamente discutibile. Violenza sulle donne, parolacce, prostituzione…e tutto ciò che abbia a denigrare l’universo femminile e la donna nel suo insieme (alcune frasi di sue canzoni recitano, ad esempio, “Lei si chiama Gioia, ma beve e poi ingoia. Balla mezza nuda, dopo te la da’. Si chiama Gioia perché fa la troia. Si per la gioia di mamma e papà. Questa frate’ non sa cosa dice. Porca troia quanto cazzo chiacchiera? L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera”).
Ma quel che maggiormente colpisce è che parli di violenza nel modo più semplice possibile, neanche fosse una cosa da niente: “Stupro mia nonna (fra’) nel bosco, nella vagina un poster di Bosca”. O, peggio ancora, quando si inneggia all’uccidere le Forze dell’Ordine: “Metti da bere bro’ dentro i bicchieri. Ce la beviamo molto volentieri. Ma dopo uccidiamo ‘sti carabinieri”.
Ci domandiamo: un palco, quale quello di Sanremo, la vetrina della musica italiana, sul quale sono saliti veri cantanti come Domenico Modugno, Nilla Pizzi, Renato Zero, Eros Ramazzotti…come può abbassarsi talmente tanto da ospitare “personaggi” del genere?
È vero, il mondo della musica è cambiato, sono nati nuovi generi, fra cui la Trap (dalla quale proviene Cally), ma un minimo di buonsenso prima di scegliere chi far salire sul palco di Sanremo, capire chi è, cosa abbia scritto in precedenza.
Testi del genere influenzano notevolmente i giovani di oggi. C’è un’intera società che, ogni giorno, insegna come combattere la violenza sulle donne, insegna il rispetto delle donne, insegna le pari opportunità fra uomo e donna. E, adesso, proprio da Sanremo, arriva un personaggio che manda tutto a scatafascio, quasi a dire (a chi combatte tutto questo) che, in realtà nulla è vero, che la violenza sulle donne non esiste? Ci sembra davvero troppo.
Non ci meravigliamo, poi, che nascono polemiche di ogni sorta. Che il mondo si ribella a tutto ciò, perché ha ragione. Il palco di Sanremo ha consacrato veri mostri sacri della musica italiana e non solo. Come può, ora, in un momento storico come quello che stiamo vivendo, presentarci un cantante del genere?
Bisogna immediatamente cambiare rotta. Il rispetto non solo per le donne, per le Forze dell’Ordine, per la coscienza umana di ognuno di noi, è fondamentale. Ma questo non deve e non può insegnarlo di certo Sanremo.
Sanremo è purtroppo uno specchio di quello che siamo. I primi a dover cambiare siamo noi. Se la musica canta questi concetti c’è qualcuno che li ascolta e che permette che ciò venga prodotto. Ricordiamoci, prima di parlare, due fondamentali pensieri:
Vivremo molto meglio
ROSALIA GIGLIANO
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Fonte: optimagazine.com
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