Si possono accostare due termini come potere imperiale e umiltà? Decisamente sì e Sant’Adelaide di Borgogna ne è l’esempio più concreto.
La Santa di cui oggi festeggiamo la memoria liturgica coprì una serie numerosissima di cariche politiche e istituzionali. Non a caso, i libri di storia la ricordano e menzionano come imperatrice consorte del Sacro Romano Impero. Da fonti molto importanti, sappiamo che all’età di due fu promessa sposa a Lotario, che sposò diversi anni dopo. Nel frattempo, quando aveva sei anni, rimase orfana di padre.
Sant’Adelaide, dal canto suo, rappresentò uno dei più importanti esempi di come il potere e le ricchezze imperiali non hanno alcun valore, se non sono vissute nel pieno dei valori cristiani e caritatevoli. Infatti, non mancò mai di preservare parte del suo tempo e delle sue risorse per aiutare gli indigenti e i bisognosi. Il suo fu un operato caratterizzato principalmente da opere caritatevoli. Inoltre, entrò in buoni rapporti con i sapienti del tempo, divenuti poi Santi: Villigiso arcivescovo di Magonza, Adalberto di Magdeburgo, Maiolo ed Odilone di Cluny. La Santa fondò e restaurò molti monasteri maschili e femminili.
Le fonti agiografiche e quelle storiche ci parlano di uno spiccato rapporto, del tutto privilegiato, di Adelaide con la Santità. Infatti, a seguito della morte di Ottone I, Ottone I, il potere passò nelle mani di Ottone II, un testardo ragazzo che entrò in cattivi rapporti con Adelaide, sua madre. La Santa si rivolse a San Maiolo, Abate di Cluny, che riconciliò il cattivo rapporto tra i due. Madre e figlio si incontrarono nei pressi di Pavia e le fonti ci raccontano che Ottone II si inginocchiò, implorando il perdono materno, perdono che non tardò ad arrivare.
La Santa trascorse gli ultimi anni della sua vita all’interno del monastero benedettino di Seltz, in Alsazia. Sant’Adelaide trascorse questi ultimi anni in preghiera e contemplazione, senza mai dimenticare ‘importanza di offrire quanto più possibile ai più poveri e agli umili. La Santa morì nel 999 e fu canonizzata qualche anno dopo, nel 1097 da Papa Urbano II.
Fabio Amicosante
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