Sant’Anania, di cui oggi festeggiamo la memoria liturgica, ha un ruolo importante nella storia della conversione di San Paolo, fu lui a battezzarlo dopo l’episodio di Damasco.
Tra quelli vissuti nel I secolo e, dunque, più vicini alle vicende storiche del Cristo, ci sono alcuni Santi che, seppur appena citati, ricoprono un ruolo di primaria importanza. Il caso di Sant’Anania è uno di questi: appena citato dalle fonti e dalle Sacre Scritture, il Santo ricoprì un ruolo importantissimo nella storia della salvezza. La fonte che parla di lui, tra quelle più autorevoli, è rappresentata dagli Atti degli Apostoli. Nel testo, che contiene il racconto di San Paolo ai giudei riguardo la sua conversione, viene citato il suo nome.
Paolo di Tarso, all’epoca Saulo, scoprì la fede lungo la via di Damasco quando, folgorato da un bagliore divino, capì che la retta via non era di certo la persecuzione, atto che egli era solito compiere, ma la vita in Cristo. In questa bellissima esperienza di conversione entra a tutti gli effetti la figura di Sant’Anania. Il Santo fu quell’uomo che entrò nella casa di Saulo, gli impose le mani e disse: “Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo”. Subito caddero come delle squame dai suoi occhi e Saulo venne battezzato, ricevendo il nuovo nome cristiano, Paolo.
Sant’Anania fu discepolo di Gesù ed è indicato tra i settanta discepoli inviati in ogni parte del mondo a predicare la Parola del Signore. A darci questa importante informazione è una tardiva tradizione bizantina, che parla di ciò che avvenne immediatamente dopo il battesimo paolino. È la stessa tradizione, tra l’altro, a presentare il Santo come primo Vescovo di Damasco. Tuttavia questa fonte non può essere certa, poiché non vi è alcun documento che attesta che già nel 34 gli apostoli avessero consacrato Vescovi.
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Il luogo in cui morì Sant’Anania è Eleutropoli, oggi in Israele. Le sue reliquie si trovano a Roma, all’interno della Basilica di San Paolo fuori le mura. La testa è invece stata donata dal Re di Boemia, Carlo IV, alla cattedrale di San Vito, a Praga. La Chiesa Cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 25 gennaio.
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Fabio Amicosante
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