Sant’Anania era un discepolo di Gesù. Fu lui a battezzare Paolo di Tarso, restituendogli la vista, a seguito della sua conversione.
Sant’Anania era originario di Damasco e visse nel I secolo. Secondo la tradizione, il Santo fu un discepolo di Gesù ed è indicato tra i settanta discepoli inviati in ogni parte del mondo a predicare la Parola del Signore. Sono in realtà poche le notizie certe sulla vita di Anania, la principale fonte che ci parla di lui è rappresentata dagli Atti degli Apostoli. Nel testo, che contiene il racconto di San Paolo ai giudei riguardo la sua conversione, viene citato il suo nome.
Gli Atti degli Apostoli ci parlano dunque della conversione di San Paolo, di cui Anania fu protagonista: “Un tale Anania, uomo pio secondo la legge, cui rendevano testimonianza tutti gli Ebrei della città Damasco, venne a trovarmi e, standomi vicino, mi disse: “Saulo, fratello, guarda”. Ed io subito guardai. Egli disse: “Il Dio dei nostri padri ti ha scelto perché tu conoscessi la sua volontà e vedessi il Giusto ed udissi una parola dalla sua bocca, perché tu sarai teste dinanzi a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito”.
Sant’Anania fu quell’uomo che entrò nella casa di Saulo, gli impose le mani e disse: “Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo”. Subito caddero come delle squame dai suoi occhi e Saulo venne battezzato, ricevendo il nuovo nome cristiano, Paolo.
La conversione di Paolo avvenne intorno all’anno 34-35. Una tardiva tradizione bizantina parla di ciò che avvenne immediatamente dopo il battesimo paolino. Infatti, tale tradizione annovera Sant’Anania tra i settanta discepoli inviati in tutto il mondo ad evangelizzare. È la stessa tradizione a presentare il Santo come primo Vescovo di Damasco. Tuttavia questa fonte non può essere certa, poiché non vi è alcun documento che attesta che già nel 34 gli apostoli avessero consacrato Vescovi.
Sant’Anania morì a Eleuteropoli (oggi in Israele). Al Santo è intitolato il monastero Mor Hanayo, vicino a Mardin, fondato nel IV secolo, considerato tra i più antichi monasteri della Chiesa ortodossa siriaca. Le sue reliquie sono attualmente conservate a Roma, nella Basilica di San Paolo fuori le mura. La testa è invece stata donata dal Re di Boemia, Carlo IV, alla cattedrale di San Vito, a Praga. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 25 gennaio.
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Fabio Amicosante
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