Sant’Anastasia visse nel IV secolo e fu vittima delle atroci persecuzioni che toccarono ai cristiani del tempo. Non abiurò mai il suo credo.
Come accade per molti Santi delle origini, le fonti riguardanti la vita di Sant’Anastasia scarseggiano e quelle di cui disponiamo, spesso non combaciano. Per ricostruire le gesta eroiche di Anastasia, martire di Sirmio, ci rifacciamo a una serie di agiografie, che ci offrono soprattutto i dettagli del martirio. Ciò di cui siamo abbastanza certi è che Anastasia, vissuta tra III e IV secolo, proveniva da una famiglia romana patrizia: suo padre era senatore e sua madre era tradizionalmente cristiana.
Sant’Anastasia e il matrimonio
Nata dunque a Roma, Sant’Anastasia divenne moglie di Publio, un uomo che contrastò ogni suo tentativo di offrire opere caritatevoli. Sappiamo infatti che Anastasia dedicò gran parte della sua vita, segretamente, all’assistenza dei cristiani romani, che si trovavano in seria difficoltà, visti i divieti imposti dalle leggi. Ma Publio non tollerava tutto ciò e segregò in casa sua moglie, impossibilitata a svolgere quanto più desiderava.
L’aiuto di San Crisogono
Stando all’agiografia, la Santa ebbe come precettore San Crisogono di Aquileia, anch’egli martire di Cristo. A seguito della morte di suo marito Publio, ma soprattutto grazie all’ausilio di Crisogono, Sant’Anastasia poté finalmente operare liberamente ed andare in aiuto dei più bisognosi. La Santa seguì il suo precettore a Sirmio, dove assistette al suo interrogatorio e al successivo martirio. Ivi, Anastasia si impegnò nell’assistenza dei cristiani perseguitati e alle cure di coloro che pativano in carcere.
Il martirio
Come di consueto, le autorità pagane cercarono in ogni modo di far abiurare il proprio credo a chiunque si professasse cristiano. Questo avvenne anche a Sant’Anastasia, che proprio a Sirmio fu catturata e ricevette una proposta: la libertà in cambio del favore agli dei. La Santa rifiutò categoricamente la proposta e, a seguito di processo, fu arsa viva, secondo la tradizione, il 25 dicembre del 304.
Culto
Nel 380 il Cristianesimo divenne religione di Stato, grazie all’Imperatore Teodosio I. In quell’occasione, fu dedicata alla Santa una Chiesa a Sirmio. Successivamente le sue reliquie furono trasferite a Costantinopoli e furono depositate nella Basilica della Resurrezione. Il culto di Sant’Anastasia si iniziò a diffondere in Italia a partire dal V secolo. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica nel suo dies natalis, il 25 dicembre.
Fabio Amicosante
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