Sant’Angela da Foligno: non fu un miracolo a renderla Santa

Com’è noto, le modalità attraverso cui un Servo di Dio, poi Beato, diviene Santo, sono pressoché standard: il riconoscimento di un miracolo per sua intercessione. Ma non sempre è così e il caso di Sant’Angela da Foligno è in tal senso emblematico.

Sant’Angela da Foligno, i cui tratti biografici si possono trovare nel link in fondo all’articolo, rappresenta uno di quei casi in cui la canonizzazione non passa per uno specifico miracolo attribuito alla sua intercessione. Per meglio intenderci, sappiamo che Angela da Foligno divenne Santa nel 2013, a seguito dell’elezione pontificia di Bergoglio. Il nuovo Pontefice, Francesco, stabilì dunque che l’allora Beata, vissuta a cavallo tra XIII e XIV secolo, fosse iscritta nel Calendario dei Santi della Chiesa Cattolica, passando attraverso altre modalità.  Riportava qualche tempo fa Avvenire, che le modalità di canonizzazione della Santa furono messe nero su bianco dal Cardinale Amato, attraverso un articolo apparso sull’Osservatore Romano.

Angelo Amato e la canonizzazione di Angela da Foligno

Il Cardinale Angelo Amato è stato Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi fino al 31 agosto del 2018. Gli successe il Cardinale Angelo Becciu. Oggi la carica è ricoperta dal Cardinale Marcello Semeraro. Tornando alla canonizzazione di Angela da Foligno, l’allora Prefetto Amato chiarì le modalità di Santificazione.

La canonizzazione “equipollente”

Il porporato aveva spiegato che, nel 2013, Papa Francesco ha proceduto alla Canonizzazione della Santa “In seguito alle numerose suppliche presentate alla Santa Sede da vescovi e superiori francescani”. Qui si richiama in causa la dottrina di Benedetto XIV, risalente al XVIII secolo. Secondo tale dottrina, sono necessari tre elementi. Scriveva Amato che tali elementi erano: “Il possesso antico del culto; la costante e comune attestazione di storici degni di fede sulle virtù o sul martirio; la ininterrotta fama di prodigi”. Tale forma di canonizzazione è detta “equipollente” e anche se non frequentemente, è stata da sempre utilizzata dalla Santa Romana Chiesa. Tra i Santi più noti a ricevere tale modalità di canonizzazione ricordiamo Agostino di Canterbury, Giovanni Damasceno, Giovanni d’Avila, Cirillo e Metodio di Salonicco, tra gli altri.

Sant’Angela da Foligno soddisfa nel pieno le tre prerogative della dottrina di Papa Lambertini. Dunque, Papa Francesco ha deciso di procedere alla cosiddetta canonizzazione equipollente, cioè, come ricorda Amato nel suo scritto, “all’estensione alla Chiesa universale della recita dell’ufficio divino e della celebrazione della Messa, senza alcuna sentenza formale definitiva, senza aver premesso alcun processo giuridico, senza aver compiuto le consuete cerimonie”.

Per una lettura approfondita delle vicende biografiche di Sant’Angela da Foligno, clicca qui.

Fabio Amicosante

 

 

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