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Sant’Angela Merici: ci insegna l’importanza del vero pellegrinaggio

Sant’Angela Merici, di cui festeggiamo oggi la memoria liturgica, ci offre un insegnamento importantissimo: la fondatrice delle Orsoline ci fa apprendere l’importanza di incamminarci verso Cristo.

Sant’Angela Merici (photo websource)

La storia di Sant’Angela Merici è nota: dal suo carisma e dalla sua volontà nacque la compagnia di Sant’Orsola, passata alla storia come compagnia delle Orsoline. Ma ciò di cui vogliamo parlare oggi, nello specifico, è l’insegnamento che la Santa, vissuta a cavallo tra Quattro e Cinquecento, ci vuole offrire. Attraverso la sua personale esperienza, ci viene messa davanti agli occhi l’importanza che il cammino verso Dio, il pellegrinaggio, ha per ogni cristiano.

Sant’Angela Merici e il pellegrinaggio

Sant’Angela Merici aveva ormai da tempo indossato l’abito del Terz’Ordine francescano quando iniziò ad intraprendere tutta una serie di viaggi, fatti a piedi o con i mezzi precari del tempo, per seguire Cristo. Infatti, come sappiamo, gran parte dell’iconografia che la riguarda, ritrae la Santa con l’abito e il bastone da pellegrina. Dunque, il primo di questi pellegrinaggi fu quello di Mantova, nel lontano 1522. Qui, la Santa si recò per far visita alla tomba della beata Osanna Andreasi. Questo era solo il primo di importanti e numerosi pellegrinaggi. Dopo il 1524, infatti, Sant’Angela raggiunse Venezia e, da qui, raggiunse la Terra Santa. Questa era (ed è) infatti la meta più importante per tutti coloro che erano desiderosi d’intraprendere una strada di perfezione e carità. Era qui che, come ci insegna la Santa, si raggiungono “le sorgenti del cristianesimo”.

LEGGI ANCHE: Le città dei Santi: i pellegrinaggi nel mondo cristiano

Il segno della Provvidenza

Durante il viaggio in Terra Santa, accadde un fatto che la Santa accostò a un chiaro segno della Divina Provvidenza. Proprio nel momento in cui aveva raggiunto il luogo tanto desiderato, Sant’Angela fu colpita da una malattia agli occhi, una malattia che le tolse la vista. Infatti, secondo quanto giunge fino a noi, sappiamo che “la Santa poté vedere il Paese di Gesù solo con gli occhi dell’anima”. Sant’Angela riacquistò la vista solo dopo il suo ritorno, davanti a un crocifisso a Creta. Sant’Angela Merici prese questa malattia come un segno provvidenziale, l’unico segno che può portarci per vie imperscrutabili. Quello in Terra Santa, comunque, non fu l’ultimo dei suoi pellegrinaggi. A questo ne seguirono altri, almeno fino agli anni Trenta del Cinquecento. Questo rimarca, ancora una volta, quanto il culto e il definitivo raggiungimento dei Santi luoghi sia stato importante per la fondatrice delle Orsoline.

LEGGI ANCHE: Medaglia Miracolosa: al via il pellegrinaggio romano della sacra effige

Fabio Amicosante

 

 

 

 

 

Fabio Amicosante

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