Sant’Antonio di Padova fu contemporaneo di San Francesco d’Assisi. Entrò a far parte dell’Ordine dei Frati Minori e predicò la dottrina cristiana in tutta l’Italia Settentrionale, raggiungendo anche la Francia. Dal 1946 è Dottore della Chiesa.
Sant’Antonio di Padova, al secolo Fernando di Buglione, nacque a Lisbona il 15 agosto 1195. La sua famiglia fu di origine nobile, discendeva da Goffredo di Buglione, crociato. Nel 1210, all’età di quindici anni, entrò a far parte dei Canonici Regolari della Santa Croce, appartenente all’Ordine dei Canonici Regolari di Sant’Agostino. Studiò la Teologia con ottimi insegnanti e quando raggiunse l’età di 24 anni ricevette l’ordinazione sacerdotale. Abbandonò dopo qualche tempo l’Ordine, per dedicarsi alla severa pratica religiosa.
Sant’Antonio espresse il desiderio di legarsi ai frati Minori, vista la sua aspirazione di vivere lo spirito del Vangelo. L’occasione gli fu offerta nel 1220, quando arrivarono a Coimbra i corpi di cinque frati missionari, i quali subirono il martirio in terra Africana. Fernando chiese dunque il permesso al provinciale francescano di Spagna ed entrò nell’Ordine. Espresse inoltre il desiderio di poter partire in missione e nello stesso anno si imbarcò su un veliero diretto in Africa. Tuttavia le condizioni di salute (lo colpì una grave febbre) non gli permisero di portare a termine l’opera e dovette tornare a Coimbra.
Di ritorno dalla Missione, Fernando (che nel frattempo aveva assunto il nome religioso di Antonio) venne a sapere che Francesco d’Assisi aveva radunato tutti i suoi frati per il Capitolo Generale. Antonio si mise in viaggio e raggiunse il luogo del Capitolo, la valle attorno alla Porziuncola. Quella fu un’occasione molto importante per incontrare direttamente il Santo di Assisi, poiché Antonio aveva conosciuto il suo insegnamento solo attraverso testimonianze indirette. Il ministro provinciale propose poi ad Antonio di trasferirsi a Montepaolo (Forlì), dove serviva un sacerdote che dicesse messa per sei frati che vivevano nell’eremo locale. Iniziò ad essere conosciuto anche come Antonio da Forlì.
Antonio iniziò una intensa attività di predicazione, spinto dallo stesso Francesco. Iniziò una serie di viaggi in cui dimostrò grandi doti predicative, passando dapprima per la Romagna, poi per tutta l’Italia Settentrionale. Arrivò dunque in Francia per predicare e lì accadde un fatto miracoloso: gli apparve San Francesco che aveva appena ricevuto le stigmate. Non sappiamo di preciso quando fece ritorno in Italia. Intorno all’età di 21 anni Antonio aveva ormai visitato numerosi conventi dell’Italia Settentrionale: Milano, Venezia , Vicenza, Verona, Ferrara. Tra tutte queste città Antonio scelse Padova come luogo di residenza fissa.
A Padova, Antonio ottenne la Riforma della legge sui debiti. “Su istanza del venerabile fratello il beato Antonio, confessore dell’ordine dei frati minori” il podestà di Padova Stefano Badoer fece sì che il debitore insolvente senza colpa, una volta ceduti in contropartita i propri beni, non venisse più imprigionato né esiliato. A Padova scrisse molti Sermoni per le feste dei Santi. I temi toccati erano i precetti della fede, della morale e della virtù. Si occupò anche dell’amore verso i poveri e i bisognosi, della preghiera e dell’umiltà.
Sant’Antonio morì il 13 giugno del 1231. Si trovava nel convento dell’Arcella, vicino Padova, dove era stato portato a seguito dell’esperienza mistica a Camposampiero (dove il conte Tiso aveva regalato un eremo ai frati). Dopo la sua morte si aprì una disputa riguardo le reliquie del Santo: il convento in cui era morto voleva conservarle, ma allo stesso tempo le richiedeva anche il convento di Santa Maria Mater Domini, il suo convento di Padova. Il 17 giugno si svolse il funerale all’Arcella e la sera le spoglie furono traslate a Santa Maria Mater Domini. Papa Gregorio IX lo proclamò Santo a meno di un anno dalla morte. Divenne Dottore della Chiesa nel 1946, durante il pontificato di Pio XII. La chiesa festeggia il Santo il 13 giugno.
Fabio Amicosante
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