Santa Bernadette Soubirous è la veggente di Lourdes, morta il 16 aprile 1879 a 35 anni. La Madonna le è apparsa per la prima volta l’11 febbraio 1858.
E’ stata protagonista di diciotto apparizioni che la Chiesa cattolica ha riconosciuto dopo attente analisi e ascolto di testimonianze oculari.
Il piccolo corpo di Santa Bernadette, altezza un metro e quarantadue centimetri, è custodito dentro un’artistica cassa funeraria in vetro. Sembra quello di una dormiente che tiene le mani giunte attorno a un Rosario e il capo reclinato sulla sinistra. Si trova nella casa madre delle Suore della Carità di Nevers, dove Bernadette si ritirò all’età di 22 anni per fuggire dall’interesse che stava richiamando su di sé. E lì rimase fino alla fine, consumata da una serie impressionante di patologie, alle quali si aggiunsero le sofferenze morali.
Santa Bernadette: un corpo incorrotto inspiegabile per la scienza
Tutto lasciava supporre che quell’esile corpo così provato dalla sofferenza si sarebbe presto dissolto. Invece, inspiegabilmente vincendo qualsiasi legge fisica, quel corpo è giunto intatto sino a noi, anche negli organi interni. Lo storico e scienziato gesuita, il padre André Ravier, pubblicò i resoconti completi delle tre riesumazioni, a cui assistettero, sospettosi, medici, magistrati, funzionari della polizia e del comune. Il risultato dello studio è inattaccabile.
La prima riesumazione del suo corpo avvenne nel 1909, trent’anni dopo la morte. Erano presenti alcune anziane suore, che avevano visto Bernadette sul letto di morte e che all’ apertura della cassa, svennero e dovettero essere soccorse per lo shock. La loro consorella non solo era intatta, ma come trasfigurata dalla morte, senza più i segni della sofferenza sul volto.
Il rapporto dei due medici è categorico: l’umidità era tale da avere distrutto gli abiti e persino il Rosario, ma il corpo della religiosa non era stato intaccato. Tanto che anche denti, unghie, capelli erano tutti al loro posto e pelle e muscoli si rivelavano elastici al tatto.
La seconda riesumazione avvenne dieci anni dopo, nel 1919. I due medici, famosi primari dell’epoca, dopo la ricognizione, sono stati isolati, ciascuno in una stanza perché scrivessero il loro rapporto senza consultarsi tra loro. La situazione, scrissero entrambi, era rimasta la stessa della volta precedente: nessun segno di dissoluzione, nessun odore sgradevole. La sola differenza era che la pelle si era un poco inscurita, probabilmente a causa del lavaggio della salma, effettuato dieci anni prima.
E’ sbalorditivo, anche gli organi interni sono intatti
La terza e ultima ricognizione fu nel 1925, alla vigilia della sua beatificazione. A quarantasei anni dalla morte e sempre alla presenza delle autorità religiose, sanitarie e civili, fu eseguita l’autopsia. I due luminari che la praticarono definirono inspiegabile la conservazione perfetta addirittura degli organi interni. Compreso anche il fegato, che più di ogni altra parte corporea è soggetto a una rapida decomposizione.
Vista la straordinarietà dell’evento, decisero di rendere visibile ai fedeli il corpo di Santa Bernadette che aveva mantenuto inspiegabilmente per la scienza, elasticità e freschezza, conferendole l’aspetto tutt’altro di una morta, ma piuttosto di una dormiente in attesa del risveglio. Sul viso e sulle mani applicarono un leggero strato di cera per mimetizzare gli effetti del lavaggio a cui, forse imprudentemente, era stata sottoposta nel 1909.
Il corpo di Bernadette morta nel 1879, è fissato misteriosamente, e per sempre, in una bellezza che il tempo non solo non le ha tolto ma le ha restituito, trasfigurata!
Simona Amabene
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