Cosa avviene dopo la nostra morte? Santa Brigida di Svezia ci narra la sua visione, del momento del Giudizio di un’anima dopo la suo morte.
Santa Brigida di Svezia (1302-1373) fu compatrona d’Europa. Gesù e Maria le concessero moltissime rivelazioni, tra cui quella del Giudizio di un’anima posta dinnanzi a Dio alla fine della sua vita.
Cosa avviene dopo la morte?
Un Demonio apparve nel giudizio di Dio e aveva un’anima tremante, come un cuore che trepida, per un certo defunto. Questo demonio disse al Giudice: Ecco la preda. Il tuo Angelo e io seguivamo quell’anima dal principio alla fine, egli per custodirla, io per nuocerle ed entrambi eravamo alla caccia sua come cacciatori. Ma alla fine ella è caduta nelle mie mani. […]
Ordunque il Giudice giusto (disse): Perché è caduta nelle tue mani? e perché gli eri più vicino dell’Angelo mio? Rispose il demonio: Perché i suoi peccati furono più numerosi delle opere buone. Disse il Giudice: Mostramele. E il demonio: Ne ho un libro pieno. E il Giudice: Come si chiama questo libro? Disobbedienza – rispose il demonio – ma contiene altri sette libri […]
Superbia
Il nome del primo libro è la Superbia e in questo sono tre colonne. La prima colonna contiene la superbia spirituale nella sua coscienza, per la quale si gloriava della sua vita, da lui creduta migliore di quella degli altri.
Si vantava anche della sua intelligenza e d’una coscienza più sapiente di quella altrui. La seconda colonna dimostra che si vantava dei beni a lui dati e dei servi, delle vesti e di altre cose.
La terza, espone che era superbo per la bellezza fisica e per la nobiltà della stirpe e per le sue opere. In queste tre colonne vi sono tantissime cose, come tu sai.
Gola
Il secondo libro è la Cupidigia sua, con tre colonne. La prima è spirituale, perché pensò che i peccati suoi non fossero così gravi, come gli si diceva e desiderò il Regno di Dio indegnamente, mentre non è concesso che a chi è perfettamente puro.
La seconda, perché nel mondo desiderò più del necessario e pensò soltanto all’esaltazione del suo nome e della sua stirpe, tanto da allevare i suoi eredi non al tuo onore, ma a quello del mondo e alla gloria.
La terza colonna perché desiderava l’onore mondano e d’essere sopra gli altri, come a te è ben noto, e sono innumerevoli le parole con cui cercava favori e benefici, anche temporali.
Invidia
Il terzo libro è l’Invidia e ha tre colonne. La prima è quella della mente, per cui invidiava in segreto quelli che possedevano e prosperavano più di lui. La seconda, perché possedette per invidia le cose di quelli che avevano meno di lui e ne avevano più bisogno. La terza, perché per invidia nocque segretamente al prossimo con i suoi consigli e anche pubblicamente a parole e a fatti, sia direttamente, che per mezzo dei suoi e di altri, spinti a far lo stesso.
Avarizia
Il quarto libro è l’Avarizia, con tre colonne. La prima è l’avarizia della mente, perché non volle comunicare quello che sapeva, affinché gli altri non ne ricevessero consolazione e profitto, così pensando: Che me ne viene se al tale o tal altro darò questo consiglio? Quale compenso è per me, se gioverò a lui con quel consiglio o parola? E così il povero se ne allontanava sconsolato, non confortato o istruito, mentre ben avrebbe potuto farlo, se avesse voluto.
La seconda colonna diceva che potendo rappacificare i discordi, non volle farlo e pur potendo consolare gli afflitti non se ne curò.
La terza colonna era l’avarizia dei suoi beni, poiché se doveva dare un danaro per il tuo Nome, se ne angustiava e gli pesava, mentre per l’onore del mondo ne avrebbe dati cento. In queste colonne ci sono infinite parole, come meglio sai tu. Tu sai infatti tutto e niente ti può essere nascosto, ma mi costringi a parlare perché sia di giovamento agli altri.
Accidia
Il quinto libro è l’Accidia e anche questo ha tre colonne. Prima colonna: fu accidioso nelle opere, nel bene da fare in tuo onore, cioè nei tuoi comandamenti.
Difatti perdette il suo tempo per il riposo del corpo: gli erano infatti carissimi l’utile del suo corpo e la voluttà.
Seconda colonna: era accidioso nel pensiero. Quando infatti il tuo buon Spirito gli infuse compunzione nel cuore o altra spirituale intelligenza, gli sembrava troppo distante e allontanava la mente dal pensiero spirituale e parve a lui dilettevole e soave ogni godimento mondano.
Terza colonna: era accidioso nella bocca; cioè nella preghiera e nel parlare di cose utili agli altri o al tuo onore, pronto invece alle scurrilità e come sono le parole di questa colonna e quanto innumerevoli, tu solo lo sai.
Ira
Il sesto libro è l’Ira, con le sue tre colonne. La prima, adirandosi col prossimo suo per tutto quello che non era di propria utilità. La seconda, danneggiando il prossimo con la sua ira, talvolta anche perdendo nell’ira le cose proprie. La terza, turbando con essa il prossimo.
Lussuria
Il settimo libro era la sua Voluttà, che pure aveva tre colonne. La prima, perché indebitamente e disordinatamente spargeva il suo seme. Sebbene infatti fosse coniugato e alieno dal macchiarsi con altre donne, tuttavia per abbracci e vani discorsi o anche gesti impudichi spargeva indebitamente il suo seme.
La seconda, perché troppo procace nei discorsi. Induceva infatti non soltanto sua moglie in maggior fuoco di libidine, ma indusse anche altri con le sue parole ad ascoltarlo e spesse volte a pensare colse sconce.
La terza colonna era che nutriva troppo delicatamente il suo corpo, preparandosi molte e sontuose pietanze, per maggior diletto della carne e per averne lode dagli uomini, per essere chiamato grande. […]
L’intercessione di Maria Santissima
Ecco, o Giudice, il mio libro è completo e aggiudicami dunque quest’anima. Mentre il Giudice taceva, s’avvicinò la Madre della Misericordia, che sembrava fosse anche più lontana e disse: Figlio mio, io voglio discutere di giustizia con questo demonio.
Il Figlio rispose: Carissima Madre, se non è negata a un demonio, come potrei negar giustizia a te, che sei la Madre mia e la Signora degli Angeli? Tu pure puoi e sai tutto in me; tuttavia parla per far conoscere la mia carità.
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Allora la Madre diceva al diavolo: […] anche se non vuoi, diavolo, dimmi qual è quella cosa, che può cancellare quel che è scritto nel tuo libro?
La Carità di Dio che trionfa nel Giudizio finale di un’anima
Niente può cancellarlo – rispose il diavolo – eccetto la carità di Dio. Chiunque, infatti, per quanto peccatore, avrà quella carità nel cuore, subito si cancella tutto quel che è scritto nel mio libro.
E la Vergine replicò: E dimmi, diavolo, c’è mai qualche peccatore, così iniquo e così lontano dal Figlio mio, che non possa pentirsene mentre è in vita? E il diavolo: Non c’è alcun peccatore, che non possa convertirsi mentre è vivo, se vuole. Quando infatti qualcuno, per gran peccatore che sia, trasforma la sua volontà da cattiva in buona ed esprime nel suo cuore onore a Dio e vuole liberamente perseverare, neppure tutti i demoni potranno trattenerlo.
Udito tutto ciò, la Madre della Misericordia disse allora ai circostanti: Quest’anima alla fine della vita s’è convertita a me e disse: Tu sei la Madre della Misericordia e hai pietà dei miseri. Io sono indegno di pregare tuo Figlio, perché gravi e molti sono i miei peccati e l’ho molto provocato all’ira, amando più il piacere e il mondo che Dio mio Creatore […]
(Tratto da “Le Rivelazioni Celesti di Santa Brigida di Svezia”, cap. 39)
Elisa Pallotta