L’esperienza mistica di Santa Caterina de’ Ricci è uno degli elementi più importanti della sua vita: fin dalla sua giovinezza fu testimone di fatti incredibili.
La Santa di cui oggi festeggiamo la memoria liturgica visse nel XVI secolo. Dopo aver vissuto un’infanzia del tutto difficile (sappiamo che perse la madre all’età di cinque anni), Santa Caterina, al secolo Sandrina, fu accolta nel monastero di San Pietro in Monticelli. Fu sua zia, che al tempo era priora, ad accoglierla. La Santa aveva gran desiderio di abbracciare la vita religiosa, così, dopo aver visitato diversi monasteri, rendendosi conto di come la spiritualità fosse affievolita, decise di entrare nel monastero domenicano di San Vincenzo di Prato, nonostante la disapprovazione di suo padre, Pierfrancesco de’ Ricci.
Santa Caterina de’ Ricci e l’esperienza mistica
L’esperienza mistica, come accennato, rappresentò uno degli elementi fondamentali della sua vita. Una delle prime rappresentazioni, per cos dire, particolari, avvennero già in giovane età. Nella giovane Santa, infatti, si alternavano fasi di importanti malattie seguite da straordinarie, quanto miracolose, guarigioni. La prima estasi della Passione, un fenomeno mistico che si ripeté per tutta la sua vita, ebbe luogo il primo giovedì di febbraio del 1542. Da quel momento, ogni settimana, per dodici anni, dal mezzogiorno dei giovedì alle ore 16 del venerdì, la Santa visse tutte le fasi dei tormenti del Calvario di nostro Signore Gesù.
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I segni della Passione
L’esperienza mistica fu talmente importante per Santa Caterina de’ Ricci che, negli anni Quaranta del Cinquecento, ricevette l’emblematico Simbolo della Passione di Gesù, le stimmate, le quali rimasero visibili sul suo corpo, non corrotto dal tempo. Il Natale successivo, sempre durante una visione mistica, la Santa ricevette in promessa una Corona di Spine, le cui punture la trafissero fino alla morte.
Santa Caterina de’ Ricci morì nel 1590, a Prato. A circa due secoli di distanza, fu il Pontefice Benedetto XIV a canonizzarla. Tra i miracoli documentati durante la canonizzazione, vi è una sua apparizione a migliaia di chilometri dal luogo dove era fisicamente situata. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 2 febbraio, suo dies natalis.
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Fabio Amicosante