Chi era Santa Caterina da Siena?
Patrona d’Italia (insieme a San Francesco), Santa Caterina da Siena fu mistica e teologa. Dedicò la sua vita all’assistenza ai poveri e agli ammalati. Lavorò costantemente per una riforma della Chiesa.
Santa Caterina nacque il 25 marzo del 1347, a Siena, nel rione Fontebranda. I genitori, in particolare il padre Iacopo Benincasa avrebbero programmato per lei un matrimonio sin dall’età di 12 anni, ma Caterina decise fin da piccola di non sposarsi. All’età di 16 anni entrò nel Terzo Ordine dei Domenicani (il primo era quello dei frati mentre il secondo quello delle monache). Caterina continuò a vivere nella casa dei propri genitori, nella quale si era ricavata una cella. Da quel momento iniziò a vestire tunica bianca e mantello nero dei domenicani, come suora della penitenza.
L’opera di carità e l’aiuto agli ammalati
Santa Caterina riteneva che il modo per trovare il Signore risiedeva nell’assistenza ai poveri e agli ammalati. La sua opera di carità la svolse soprattutto presso l’ospedale di Santa Maria della Scala. L’ospedale accoglieva molti malati, i quali ricevevano cure precarie da parte dei parenti o dei volontari. Santa Caterina si occupò principalmente dell’assistenza di coloro che non subivano cure (perché non avevano parenti o per la paura del contagio).
Santa Caterina e la consorella Andrea
La dedizione con cui Santa Caterina si dedicava ai malati ci è testimoniata da Frate Tommaso Caffarini. L’episodio riguarda la Santa e la consorella Andrea. Quando ella si ammalò, le venne sul petto una piaga. Il pericolo di contagio era elevato e nessuna suora si prese la briga di assisterla. Solo Santa Caterina decise di aiutare la suora, porgendole il suo aiuto. Dalla testimonianza del frate si evince che la Santa, dopo essersi fatta il segno della Croce, bevve quanto fuoriuscito dalla piaga della suora in segno di punizione per il ribrezzo nel curarla. Caterina riferì a frate Caffarini che sentì di non aver mai bevuto bevanda tanto dolce.
L’attività pubblica
Santa Caterina fu molto impegnata anche pubblicamente. Nel 1376 si recò in Francia, ad Avignone. Giunta in loco pregò papa Gregorio XI con insistenza affinché bandisse una Crociata in Terra Santa. Caterina chiese al pontefice anche di trasferire di nuovo la sede papale a Roma e di riportare la pace in Italia. Il 13 settembre di quell’anno il papa lasciò Avignone, tornando in Italia.
Le punizioni e le visioni
Come accaduto nel caso dell’episodio con la consorella Andrea, Santa Caterina si imponeva durissime punizioni, anche attraverso il flagello e il digiuno. Per cinquanta giorni si nutrì solamente dell’ostia ricevuta. Nell’arco della sua vita ebbe anche molte visioni: Gesù le apparve offrendole in dono il suo cuore in cambio di quello della Santa. Fu in un’altra apparizione che Cristo la sposò misticamente e le donò un anello di perle.
Le Orazioni e il Dialogo della Divina Provvidenza
Caterina pregava durante le sue estesi. Le preghiere furono raccolte per iscritto dai suoi discepoli presenti. Il testo che le raccoglie porta il nome di Orazioni, pubblicate nel 1500. La sua opera Dialogo della Divina Provvidenza è considerato uno dei capolavori della letteratura mistica. L’opera è del 1378 e divisa in diverse sezioni e l’ultima porta il nome di Trattato sull’obbedienza. Si apriva in questo modo: «Io, somma verità, adempirò la verità mia, satisfacendo alla promessa che Io ti feci e al desiderio tuo. E se tu mi dimandi: dove la truovi, e quale è la cagione che te la tolle, e il segno che tu l’abbi o no, Io ti rispondo: che tu la truovi compitamente nel dolce e amoroso Verbo, unigenito mio Figliuolo». (Capitolo 154).
Il culto
Santa Caterina morì il 29 aprile del 1380. Aveva trentatré anni, la stessa età di Cristo crocifisso. Papa Pio II canonizzò Caterina nel 1461. Paolo VI la dichiarò Dottore della Chiesa nel 1970: fu la prima donna a ricevere tale titolo nella storia della Chiesa. Papa Pio XII la proclamò Santa Patrona d’Italia nel 1939, insieme a Francesco d’Assisi. È anche compatrona d’Europa dal 1999, la proclamò tale San Giovanni Paolo II.
Le reliquie
Caterina fu sepolta a Roma, a Santa Maria sopra Minerva. La sua testa fu portata nella Basilica di San Domenico in qualità di reliquia. Anche la mano sinistra della Santa, recante il segno delle stigmate (che ricevette mentre pregava nella chiesa di Santa Cristina), è custodita nel monastero del Santo Rosario di Monte Mario a Roma come reliquia.
Le rappresentazioni di Santa Caterina
Solitamente la Santa viene rappresentata con in mano il giglio, che rappresenta la verginità. L’altro simbolo è il libro, segno della sua dottrina e dell’amore di Dio. Gli artisti rappresentano Caterina anche con una triplice corona, in riferimento alla sua verginità, al suo martirio (fatto di numerose penitenze) e alla sua dottrina.
Fabio Amicosante