Era l’8 Giugno 1899, quando Gemma Galgani, bellissima e veneratissima santa di Lucca, riceveva una grazia grandissima.
Santa dal volto incantevole, mistica dalle estasi profonde e dal cuore passionista: questa è Gemma, nata il 12 Marzo 1878 a Borgonuovo, una piccola frazione del paese di Camigliano, a pochi chilometri dalla città di Lucca.
Gemma desidera con tutta se stessa aiutare Gesù
Sin da bambina, dedicava molte ore alla preghiera e nutriva un amore appassionato per il Crocifisso. Tanto che Gemma stessa, dichiarò che cresceva sempre di più in lei il desiderio di “poter aiutare Gesù nei suoi dolori”. Aveva solo otto anni quando fece i conti con la prima grande sofferenza, la morte della sua amata mamma. E’ l’inizio di una serie di grandi dispiaceri che mettono a dura prova la forza spirituale di Gemma. Ma la sua fede, il suo amore per Gesù vincono nel suo cuore.
Un secondo evento doloroso per Gemma, oramai adolescente, è la morte di suo fratello Gino, chiamato al sacerdozio. Verso di lui nutriva un grande affetto e condivideva le stesse sue aspirazioni. Nel 1897, dopo una lunga e dolorosa malattia, morì anche il padre e la famiglia Galgani da benestante che era, finì in una condizione di grave indigenza.
Rifiuta una proposta di matrimonio
Gemma aveva 19 anni e andò a vivere per un certo periodo a Camaiore presso una zia. Nonostante la sua riservatezza, venne notata e chiesta in sposa da un giovane del luogo, ma lei rifiutò perché voleva essere “tutta di Gesù”. Ritornò poi a Lucca e andò ad abitare, assieme ai suoi tre fratelli e alle due sorelle, nel popolare quartiere di Via del Biscione, che oggi porta il nome “via Santa Gemma Galgani”.
La prova della malattia
Nell’estate del 1899 Gemma si ammalò gravemente; trascorreva le giornate nella sofferenza e nella preghiera, confortata dalle apparizioni di San Gabriele dell’Addolorata, Passionista, che aveva per lei parole di incoraggiamento e di conforto. Al termine di una novena in onore della Beata Margherita Maria Alacoque, Gemma guarì miracolosamente. Da allora cominciarono a chiamarla “la ragazzina della grazia”.
Il suo più grande desiderio era quello di vestire l’abito religioso. Fece diversi tentativi, rivolgendosi a diversi Ordini, ma venne sempre respinta. Ogni volta con due obiezioni: la salute malferma e la mancanza di dote. “Viva non mi ci vogliono – disse un giorno ad una sua zia – ma da morta mi cercheranno“.
E come aveva predetto, le sue spoglie mortali, sono oggi custodite proprio dalle Monache Passioniste nel santuario di Lucca a lei dedicato, meta di pellegrini provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo.
Gemma: la santa dal cuore passionista
Gemma è sempre stata Passionista nel desiderio e nel cuore, fino al termine della sua breve esistenza terrena. Sempre cercava di imitare il genere di vita orante e penitenziale delle figlie della Passione, pur non avendo potuto indossarne l’abito.
Una sera di aprile mentre si trovava nella sua cameretta, le apparve Gesù Crocifisso con le piaghe aperte che le disse:” (…) Vedi questa croce, queste spine, questi chiodi, queste lividure, questi squarci, queste piaghe, questo sangue? Sono tutte opere di amore e di amore infinito? Vedi sino a qual segno io t’ho amata! Mi vuoi amare davvero? Impara prima a soffrire; il soffrire insegna ad amare”
Il dono delle stigmate
La sera di giovedì 8 giugno 1899, vigilia della festa del Sacro Cuore di Gesù, Gemma percepì in modo più straordinario del solito, un dolore straziante dei suoi peccati ed il desiderio di espiarli.
In estasi, si trovò di fronte il suo Angelo Custode e la Madonna che l’avvertì che Gesù stava per farle “una grazia grandissima”. Subito le apparve Gesù, con tutte le ferite aperte da cui uscivano le fiamme di fuoco che penetravano le mani, i piedi e il cuore di Gemma che si sentì come morire. Ma la Madonna la sorresse e la avvolse col suo manto.
Dopo parecchie ore, si ritrovò in ginocchio mentre il sangue fuoriusciva dalle ferite che si erano prodotte sulle mani, sui piedi e sul cuore. Cercò di coprirle come meglio poteva, poi con l’aiuto del suo angelo, Gemma riuscì a salire sul letto. Questo straordinario evento continuò a ripetersi ogni settimana, dalle otto di sera del giovedì fino alle tre del venerdì pomeriggio.
La casa delle stigmate
Oggi, quella che un tempo era l’abitazione di Gemma, è divenuta la “Casa delle Stigmate” ed i fedeli possono visitarla, accompagnati dai volontari che prestano servizio presso il Santuario delle passioniste, oggi dedicato a Santa Gemma Galgani.
Qui sono custoditi oggetti e ricordi di Gemma e della sua famiglia, e il pellegrinaggio, si conclude proprio nella stanza in cui lei ricevette il dono delle stigmate. Lì è stato posto un trittico ad ante apribile che mostra la stigmatizzazione di Gemma. E chi come me ha visitato quel luogo, può confermare che si respira aria di Cielo.