Il suo operato fu caratterizzato da un aspetto particolare: grazie al suo carisma vennero alla luce due importanti realtà.
Originaria di Viterbo, Santa Giacinta Marescotti fece della carità e dell’assistenza ai bisognosi il suo progetto di vita terrena. La Santa, al secolo Clarice, divenne, nel corso delle sua vita, un vero e proprio esempio per tutti. Fu suo padre, un nobile dell’aristocrazia romana cinquecentesca, a farla entrare in monastero. Clarice, una volta entrata in monastero scelse il nome di Giacinta, optando inizialmente per lo status di terziaria francescana.
Ed è proprio in quel contesto religioso che la Santa conobbe la conversione. Ivi, Giacinta decise, in maniera definitiva, di abbracciare la vita in Cristo. Una grave malattia e alcuni lutti familiari hanno portato la Santa a riflettere sulla sua vita, facendole capire che le ricchezze di questo mondo sono quanto di più superfluo possiamo avere e così, dalla lussuosa cameretta che si era arredata in convento, passa a una cella misera, vivendo in completa povertà e penitenza.
Santa Giacinta è particolarmente ricordata per le sue opere di carità. Per molti era ormai divenuta un vero e proprio punto di riferimento, soprattutto per coloro che erano sempre stati lontani dalla fede. Molte persone a lei vicine, infatti, dopo periodi di allontanamento dalle pratiche religiose, decisero di riabbracciare la vita in Gesù. L’entrata in monastero, ma soprattutto la sua conversione spirituale, avevano fatto rinascere Giacinta. Così, la Santa si adoperò nell’organizzazione di istituti di assistenza, come quello dei “Sacconi” e quello degli “Oblati di Maria”.
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Il corpo di Santa Giacinta, morta nella sua terra natale il 30 gennaio del 1640, è esposto nella Chiesa del monastero di San Bernardino. Venne fin da subito acclamata come Santa dal popolo. La sua beatificazione avvenne nel 1726 e il processo di canonizzazione si concluse nel 1807, quando Papa Pio VII la proclamò Santa. Santa Giacinta è patrona di Vignanello (insieme a San Biagio). La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 30 gennaio, suo dies natalis.
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Fabio Amicosante
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