Una devozione che si tramanda da secoli. A Napoli, a Benevento e nel resto della Campania, Santa Lucia stende la sua mano su tutti coloro che la invocano.
A Napoli, oltre a una chiesa a lei dedicata, esiste un vero e proprio Borgo che porta il suo nome. Una storia di fede e devozione per la Santa protettrice della vista.
Napoli e la devozione a Santa Lucia
Santa Lucia, protettrice della vista, è festeggiata oggi, 13 dicembre in tutto il mondo. Ma in Campania, ed in particolare a Napoli ed in provincia di Benevento, la devozione è alquanto particolare…a Napoli, è affiancata infatti a San Gennaro e a Santa Patrizia, i due Santi Patroni della città.
Perché il rione napoletano si chiama “Pallonetto a Santa Lucia”
A Napoli esiste un Borgo, alle spalle del Lungomare Caracciolo, che porta il nome proprio della Santa di oggi: il “Pallonetto a Santa Lucia”. Si tratta di uno dei rioni più antichi della città che mescola le sue origini fra culti cristiani, laici, miseria e popolarità.
Era il Borgo dei pescatori (non a caso si trova alle spalle del Lungomare) ed era così chiamato perché proprio qui, gli scugnizzi di Napoli, erano soliti giocare a pallone (da qui il termine “pallonetto”).
La chiesa di Santa Lucia a Mare
Ma la devozione a Santa Lucia si snoda lungo tutto il lungomare della città di Napoli. La Basilica pontificia minore del Santuario di Santa Lucia a Mare, sorge proprio all’interno del Rione a lei dedicato, menzionato prima. “Fino al 1600 questa strada era abitata da pescatori, formando più una rozza borgata che una via di una città Capitale. Gusmano di Olivares, viceré spagnolo, cominciò a togliere via quelle casucce ed a facilitarne la discesa verso il mare.
Quel tratto di strada che dalla reggia viene giù fino al mare […] ebbe poi il nome di Santa Lucia, da una chiesa intitolata a questa Vergine” – cita e descrive Achille De Lauzières, nel suo volume “Descrizione della città di Napoli e delle sue vicinanze”.
La chiesa di Santa Lucia, nel corso dei secoli, è stata meta di numerosi pellegrinaggi, anche di personaggi famosi che invocavano la Santa della vista per un miracolo. Nel 1957 la chiesa venne visitata da un celebre pellegrino: Totò, afflitto da un grave disturbo alla vista che gli impediva di lavorare; dopo alcuni mesi di cure, gli occhi migliorarono tanto da permettere all’attore di tornare a recitare davanti alla macchina da presa.
Napoli e la processione di Santa Lucia
Ma perché intitolare una chiesa a Santa Lucia nel pieno centro storico di Napoli e, specie, in un borgo di marinai, fatto di vicoli stretti e case l’une addossate alle altre? È noto, infatti, che la sera del 12 dicembre, la statua della Santa (ricavata dall’argento degli ex-voto dei fedeli a lei devoti) viene portata dalla chiesa di Santa Lucia al Monte in processione sulle barche fino al vicino Castel dell’Ovo.
Si tratta di un antico rito che rafforza un altrettanto legame tra la santa e l’antico borgo di pescatori. La luce simboleggia l’elemento che rischiara le notti buie e guida il ritorno dei pescatori.
Il giorno 13, invece, è il giorno dedicato alla Liturgia e alla celebrazione Eucaristica in onore della Santa. Quest’anno, ovviamente, a causa della pandemia, questo antico rito della processione della statua non sarà celebrato.
La devozione in provincia di Benevento
Ma c’è un’altra piccola città della Campania che celebra la Santa: è Sassinoro, in provincia di Benevento. La storia del Santuario di Sassinoro è molto particolare. Nella primavera del 1600, un gruppo di giovani pastori si recava ogni giorno sulle colline per far pascolare le pecore. Purtroppo, però, ogni giorno, una parte delle pecore scompariva per rinvenire qualche istante dopo.
Il Santuario di Sassinoro: fra leggenda e visioni mistiche
Per scoprire cosa stesse succedendo, i pastori decisero di seguirle e finirono in una grotta, dove vi erano ad aspettarli una bellissima signora piena di luce e un giovane ragazzo pieno di vitalità. Tornarono in paese e raccontarono a tutti quello che avevano visto. Ritornarono poi nella grotta per controllare l’accaduto e trovarono un’immagine della Santa, scavata nella roccia, ed un’altra di San Michele.
Da lì la costruzione e la devozione dell’intero paese di Sassinoro alla Santa della vista. Una costruzione per il Santuario che si è avuta dal 1622 al 1643. Da allora la Grotta di Santa Lucia è sempre stata così fino al 1937 quando il popolo di Sassinoro, decise di risistemare la zona e renderla maggiormente agibile.
Un’intera Regione e tantissimi fedeli devoti ad una Santa che, ancora oggi, continua ad elargire miracoli e grazie a chiunque la invochi con fede.
Fonte: fanpage.it/viaggispirituali.it
ROSALIA GIGLIANO