Santa Maria Goretti (1890-1902, Ancona) fu una Martire, tale per difendere la sua purezza; avvenne quando aveva solo 12 anni.
Il concetto di verginità, bistrattato e ridicolizzato in questa epoca, fu per Maria Goretti il dono che non si lasciò rubare.
Lei non aveva mai avuto una vita agiata. I suoi genitori, coltivatori in terre malsane che spesso contagiavano la malaria, cercavano di barcamenarsi come meglio potevano, ma, alla morte del padre, avvenuta quando Maria aveva solo 10 anni, la situazione peggiorò di molto.
La ragazza, che già si occupava di tenere in ordine la casa e dei fratelli più piccoli, aveva smesso di andare a scuola. A stento, riusciva a recarsi in Chiesa, distante molti chilometri, a frequentare il catechismo, ma pregava tanto, soprattutto il Santo Rosario, e desiderò, con tutto il cuore, di ricevere la Comunione.
Quando la situazione economica della famiglia divenne insostenibile, la mamma, Assunta, cercò una soluzione, facendo un accordo con i vicini, i Serenelli. La famiglia era composta dal padre e dal figlio e, per un po’, le cose funzionarono bene: le donne si occupavano delle due casa e di portare il cibo in tavola, gli uomini di andare nei campi e di fare i lavori più faticosi.
Santa Maria Goretti: Alessandro Serenelli la pugnalò 14 volte
A Maria erano spettati i compiti extra di vendere le uova dei colombi e di rammendare i vestiti di tutti.
Il rapporto fra i Serenelli e Assunta Goretti cominciò poi a complicarsi, quando la vedova dovette rifiutare le avances del suo vicino, cosa che determinò non poca tensione in casa.
Nel contempo, il figlio di Serenelli, Alessandro, ormai diciottenne, aveva messo gli occhi su Maria, che ne aveva solo dodici e, come la madre, non intendeva assolutamente cedere al peccato.
Maria aveva respinto Alessandro più volte, ma il 5 Luglio del 1902, mentre lei era intenta a ricucire una camicia proprio del ragazzo, questi torno in casa e cercò di abusare di lei.
Al suo ennesimo rifiuto -come racconterà lo stesso Alessandro davanti al giudice- prese a colpirla con un punteruolo, fino a ridurla in fin di vita. Maria lo implorava: “No, no, Dio non vuole, se fai questo vai all’Inferno”, ma lui la pugnalò ben 14 volte!
Fu la madre a ritrovarla in quello stato e a nulla false la corsa in ospedale.
Prima di morire, Maria ebbe il coraggio e la prontezza di perdonare il suo carnefice: “Per amore di Gesù gli perdono; voglio che venga con me in Paradiso”.
Alessandro finì in carcere, pentendosi ben presto di quello che aveva fatto ad una ragazzina che lo considerava il fratello maggiore. Disse, poi, di aver sognato “Marietta”, che raccoglieva fiori in Paradiso e gliene faceva dono.
L’assassino e la madre della Santa, stretti nel perdono
Nella notte di Natale del 1928, Alessandro e Assunta, a cui aveva chiesto infinitamente perdono per le sue azioni, andarono insieme a prendere la Comunione, nel rispetto del volere della loro Maria.
Papa Pio XII, nel 1950, la proclamò Santa, alla presenza della madre Assunta. Il corpo di Santa Maria Goretti è custodito in una Cappella del Santuario della Madonna delle Grazie a Nettuno, luogo in cui i Goretti vissero l’ultimo periodo della loro vita.
Preghiera a Santa Maria Goretti, composta da Giovanni Paolo II
Bambina di Dio, tu che hai conosciuto presto la durezza e la fatica, il dolore e le brevi gioie della vita; tu che sei stata povera e orfana, tu che hai amato il prossimo instancabilmente, facendoti serva umile e premurosa; tu che sei stata buona senza inorgoglirti ed hai amato l’Amore sopra ogni altra cosa; tu che hai versato il tuo sangue per non tradire il Signore, tu che hai perdonato il tuo assassino, desiderando per lui il Paradiso: intercedi e prega per noi presso il Padre, affinché diciamo “sì” al disegno di Dio su di noi.
Tu che sei amica di Dio e lo vedi faccia a faccia, ottienici da lui la grazia che ti domandiamo (…). Ti ringraziamo, Marietta, dell’amore per Dio e per i fratelli, che già hai seminato nel nostro cuore. Amen.
Antonella Sanicanti
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