Partecipare alla Santa Messa la domenica è uno dei doveri del cristiano. Ma siamo sicuri di essere sempre attenti ad ogni singolo momento?
L’ascolto della Parola di Dio, la partecipazione al banchetto Eucaristico, l’aver accettato l’invito che Gesù ha rivolto ad ognuno di noi. Tutto questo fa sì che partecipiamo con gioia e letizia alla Messa. Quante volte, però, commettiamo degli errori. Uno di questi è ripetere le parole del sacerdote.
Ogni domenica, Gesù ci invita alla sua Mensa, dove lui stesso si offre a noi con il suo corpo ed il suo sangue. Il più bell’invito che si possa ricevere. La Santa Messa della domenica è l’appuntamento che ci permette di iniziare la settimana nel migliore dei modi.
Ma siamo sicuri di partecipare bene alla Santa Messa? Partiamo dal presupposto che, prima della celebrazione, è cosa giusta mettersi in silenzio ed in raccoglimento, in attesa di ciò che di lì a poco si compierà. La nostra partecipazione non deve esser solo esteriore, ma soprattutto interiore. E la preghiera è il miglior modo.
Durante la celebrazione, il silenzio è “d’oro”. Ascoltare la Parola di Dio che viene proclamata e meditarla nel nostro cuore, come “cibo per la nostra mente e per il nostro cuore”, prima di accostarci alla mensa Eucaristica, prepara il nostro animo al momento più importante.
Il momento della Liturgia Eucaristica è quello più importante di tutta la Santa Messa. In esso riviviamo l’Ultima Cena di Cristo quando lui, frazionando il pane, si dona a noi con il suo corpo ed il suo sangue. Il sacerdote, in questa parte, e specie nell’atto della Consacrazione, pronuncia particolari formule, atte ad innalzare a Dio la preghiera affinchè faccia scendere il suo Spirito sulle offerte poste lì, sull’altare.
E qui, i fedeli cadono in uno degli errori più comuni: ripetono, chi sottovoce, chi solo nel labiale, le formule lette dal sacerdote.
Ricordo una volta che, alla fine della Messa, un sacerdote, accorgendosi di questo, decise di “istruire” i suoi parrocchiani: “Non dovete ripetere, a pappagallo, ciò che leggo io dal Messale al momento della Consacrazione del pane e del vino. Solo il sacerdote, istituito e ministro di Dio, le deve pronunciare.
Voi, però, con la vostra preghiera, il vostro ascolto, potete accompagnare questa preghiera che io faccio, affinchè Dio accolga la nostra unanime invocazione”.
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Ribadire ciò è doveroso per educare i fedeli a prendere consapevolezza di ciò che accade e del ruolo del sacerdote. Chi partecipa alla Santa Messa, deve porsi in atteggiamento di ascolto: c’è Cristo lì davanti, sull’altare. Facendo ciò è come se, lui parlasse e, in contemporanea, noi ripetessimo le sue parole. Il risultato? C’è distrazione nel nostro cuore e nella nostra mente e non riusciamo pienamente a comprendere il grande mistero che, proprio lì, si sta compiendo.
Un piccolo insegnamento di grande valore.
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ROSALIA GIGLIANO
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