In occasione della sua festa liturgica di oggi, la santa dei casi impossibili ricordiamo due aspetti molto importanti e noti in tutto il mondo dai fedeli che la venerano.
Quando si parla di “rose” e di “api”, non sempre le si riconduce a Santa Rita eppure è così. Cerchiamo di capire meglio che tipo di affinità può esserci fra lei e questi due elementi.
Da donna sposata, a religiosa: ma è anche la tradizione attribuisce alcuni miracoli a Rita sin dalla sua infanzia.
Santa Rita, le api e le rose
Quando si parla di “casi impossibili”, il nome di Santa Rita immediatamente salta alla mente e all’occhio. E, infatti, in occasione della sua festa liturgica, conoscerla un po’ di più è necessario. Ci sono, infatti, due elementi che si uniscono e si abbinano alla stessa santa: le rose e le api.
La domanda è: cosa unisce i tre elementi? Partiamo dalla tranquillità d’animo della stessa Rita: lei non serba odio verso nessuno, a partire da quelli che sono stati gli assassini di suo marito e, anzi, prega anche per i suoi due figli che, dall’altro lato, premeditano vendetta. Ma è la tradizione che più affianca alla stessa Santa diversi miracoli, unendola alle api ed alle rose.
Il primo riguarda le api. Cinque giorni dopo la sua nascita, Rita è nella sua culla. Un qualcosa di “speciale” quanto anche di miracoloso, accade: delle api iniziano ad entrare e ad uscire dalla bocca della bambina, senza pungerla. Le api, bianche sulla sua culla, così come sono apparse api nere sul suo letto di morte.
Le api bianche e nere
Il secondo miracolo è quello della guarigione di un contadino, che vede ancora protagonista le api. L’uomo stava mietendo nei campi poco distante, resta ferito dal taglio di falce sulla mano. L’uomo stava perdendo molto sangue e cercava aiuto. Nel passare accanto alla piccola Rita, si accorge ed osserva che ci sono delle api che le ronzano attorno e fa un gesto con la mano per allontanarle.
Ed è qui che accade il miracolo: l’uomo, nel ritirare la mano dal suo gesto di allontanare le api, si accorge di esser miracolosamente guarito.
Insieme alle api, dicevamo, c’è anche l’abbinamento con le rose. L’inverno prima della fine della sua vita, una cugina le fa visita e le chiede se desidera qualcosa dalla sua vecchia casa di Roccaporena. Rita chiede una rosa e due fichi del giardino. Era gennaio e sua cugina non si aspettava di trovare nulla a causa del clima rigido e della neve.
Il fico e la rosa in pieno inverno
Tuttavia, quando arriva a casa, la donna si reca nell’orto e vi trovò un’unica rosa fiorita, oltre a due fichi maturi. La cugina portò la rosa e i fichi a Santa Rita in convento, che la ringraziò e diede la rosa alle suore. La tradizione vuole anche che, la sera del Venerdì Santo 18 aprile del 1432, la Santa ritiratasi in preghiera per la Passione di Gesù, dopo la predica di fra’ Giacomo della Marca, avrebbe ricevuto una spina dalla corona del Crocifisso, che le si sarebbe conficcata in fronte.
Ma anche c’è anche un altro miracolo che la tradizione affianca a Santa Rita, quello della vite. Il tutto parte da quando Rita decide di prendere i voti ed entrare nel monastero agostiniano di “Santa Maria Maddalena”, a Cascia. La donna chiede per tre volte, inutilmente, il noviziato, che le viene rifiutato per ragioni non chiare.
La badessa del monastero però decide di mettere a dura prova la vocazione e l’obbedienza di Rita, facendole innaffiare un arbusto di vite secco, presente nel chiostro del monastero. Il legno, dopo un po’ di tempo, riprende vita e dà frutto.
Casi impossibili che, per lei, sono stati un dono di Dio.