Il miracolo di Santa Rosalia salvò Palermo da una grave epidemia di peste.
La festa della città che parte il 15 luglio.
Dal ritrovamento delle reliquie, a come questa giovane abbia salvato più volte la sua città da varie epidemie: la “santuzza”, come la chiamano i palermitani, non è altro che Santa Rosalia, una giovane che preferì vivere da eremita sul Monte Pellegrino, piuttosto che sposare un principe.
Apparteneva a una delle più importanti famiglie nobiliari siciliane del Medioevo, tanto da discendere (per parte di padre) direttamente da Carlo Magno. Ma la sua vita non era destinata alla ricchezza ed allo sfarzo: il Signore l’aveva chiamata a sé. Rosalia decise di trascorrere la sua vita da monaca eremita in una grotta, sul Monte Pellegrino, monte che sovrasta la città siciliana. Ed è lì che è stato trovato il suo corpo, il 15 luglio.
La chiesa festeggia la sua ricorrenza liturgica il 4 settembre, ma la città di Palermo festeggia anche il 15 luglio: fu proprio nel 1625 che, grazie all’intercessione della santuzza ed al ritrovamento delle sue ossa sul Monte Pellegrino, la città di Palermo fu salvata da un’epidemia di peste che imperversava per l’intera regione. Da quell’evento miracoloso, ogni anno, a partire dal 10 luglio sino al 15, un vero e proprio festino si celebra nella città. Il corpo della santa viene portato in processione, lungo le principali vie del paese, su di un vero e proprio carro, in ricordo di come la santa abbia salvato ogni singolo pezzo della sua città.
Quest’anno, alla creazione del carro, ci hanno pensato i detenuti del carcere “Ucciardone”, i quali hanno scelto anche un tema piuttosto particolare: quello dell’inquietudine. Dinanzi al carro, si è aperta una vera piramide umana, dove i figuranti lasciavano cadere strisce argentate e dorate, in ricordo delle tante coperte termiche usate per salvare i tanti migranti in mare o che sbarcano in Sicilia.
La gioia dell’arcivescovo di Palermo, Lorefice, è espressa pienamente: “Santa Rosalia, per i palermitani, è la bellezza di una giovane che riesce ad entrare nel loro cuore. Un cuore che, ancora oggi, ha bisogno di quella preghiera e di quella cura che solo la santuzza può dare. Santa Rosalia ci chiede proprio questo: liberare la bellezza del cuore di ognuno di noi”.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: avvenire/palermoToday
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