La profonda amicizia che ha accompagnato le vite di Santa Teresa di Calcutta e San Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario cristiano e, più in generale, nella storia degli ultimi trent’anni.
L’amicizia tra Santa Teresa di Calcutta e San Giovanni Paolo II fonda le sue radici negli anni Ottanta, quando iniziò un intenso scambio di visite reciproche. La Santa, dopo la sua morte (5 settembre 1997) è stata definita “buona samaritana” da Giovanni Paolo II. Il Santo Pontefice la ricordò inoltre in più occasioni come «una figura piccola, piena di vita e al servizio dei poveri fra i più poveri, con la forza di Cristo».
Santa Teresa di Calcutta e la collaborazione con Wojtyła
Grazie all’ausilio e all’appoggio del Pontefice polacco, la Santa riuscì ad aprire diverse case caritatevoli a Roma e in Vaticano. Come ci ricorda Joaquin Navarro-Valls, nell’ambito di un’intervista rilasciata a Radio Vaticana, «c’era una comunità di intenti e di intesa straordinaria, che era evidente quando si vedevano al di fuori dagli atti ufficiali, nell’intimità dell’appartamento del Papa o quando nell’86, nel primo viaggio in India di Giovanni Paolo II, lo ha ricevuto a Kaligath».
La nascita de “Il dono di Maria”
È proprio da quel viaggio in India di Papa Giovanni Paolo II che iniziò uno stretto rapporto collaborativo tra i due Santi. Infatti, a solo un anno di distanza dal viaggio, nacque “Il dono di Maria”, la mensa per i poveri donata dal Pontefice e dedicata alla Vergine. Recentemente, il Papa emerito Benedetto XVI, riferendosi al luogo di accoglienza disse: «Per chiunque venga a bussare alla porta, è un dono di Maria sentirsi accolto dalle braccia amorevoli delle Suore e dei volontari».
Il “giorno più felice” della vita di Santa Teresa
Sebbene le strade dei due Santi si siano incrociate più volte nel periodo in cui Santa Teresa di Calcutta era a superiora delle “Missionarie della Carità”, la visita papale in India rappresentò l’incontro più coinvolgente. Papa Wojtyła raggiunse Nirmal Hriday Ashram, la casa per i moribondi a Kaligath (Calcutta), il 3 febbraio 1986. La Santa definì quell’incontro il giorno più bello della sua vita.
L’emozione di Giovanni Paolo II
San Giovanni Paolo II rimase colpito da quell’esperienza e non nascose la sua emozione. Successivamente egli definì la casa di Nirmal Hriday A un “luogo che testimonia il primato dell’amore”, perché, come insegna Gesù, «ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me» (Matteo, 25, 40).
La buona samaritana
Amici in vita, Santi oggi. I destini di queste due straordinarie personalità si incrociano ancora una volta: Madre Teresa è diventata Santa il 4 settembre del 2016. Ma chi fece avviare il processo fu proprio Giovanni Paolo II, a soli due anni dalla sua morte. Il 19 ottobre 2003 Papa Wojtyła dichiarò Madre Teresa di Calcutta Beata, chiamandola “buona samaritana”, per rendere omaggio al suo costante servizio verso i poveri e gli ammalati. Il Santo Pontefice ricordò inoltre come la vita di Madre Teresa fosse stata incorporata nell’amore e rappresentò l’annuncio coraggioso del Vangelo di Cristo.
L’omelia della beatificazione
Il giorno della beatificazione di Madre Teresa, avvenuta nella Giornata Missionaria Mondiale, San Giovanni Paolo II la ricordò inoltre come grande serva dei poveri, della Chiesa e del mondo. Dall’omelia: «La sua vita è una testimonianza della dignità e del privilegio del servizio umile. Ella aveva scelto di non essere solo la più piccola, ma la serva dei più piccoli. Come madre autentica per i poveri, si è chinata verso coloro che soffrivano diverse forme di povertà».
Fabio Amicosante
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